AIM Italia, mercato sempre più dinamico e maturo. Lo sviluppo del mercato dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita non si arresta, trasformandolo in un punto di riferimento importante per le realtà innovative alla ricerca di finanziamenti. L’Osservatorio AIM di IR Top Consulting ha tracciato tendenze e trasformazioni del mercato negli ultimi 5 anni di attività. “Una fotografia in evoluzione – commenta Anna Lambiase, fondatrice e CEO di IR Top Consulting – che evidenzia una crescita costante, con l’AIM che diventa sempre più importante per le PMI tecnologiche: passano da qui i finanziamenti per l’innovazione”.

Quali le principali tendenze evidenziate dall’edizione 2020 dell’Osservatorio AIM?

Non ci siamo limitati ad analizzare l’ultimo anno di attività, come di consueto, ma abbiamo indagato le trasformazioni del mercato negli ultimi 5 anni. Le tendenze emerse sono molto interessanti. Come prima evidenza, c’è la forte capacità attrattiva dell’AIM per le società tecnologiche. Negli ultimi anni, il maggior numero di IPO ha interessato queste realtà, tanto da rappresentare oggi il settore più presente sul listino (19%). Tra i trend dell’ultimo quinquennio: consolidamento dell’attività di M&A con una percentuale di società al 53%; incremento della presenza di investitori istituzionali nel capitale delle società AIM; crescita della quota delle società con almeno 2 coperture da parte di analisti finanziari; miglioramento della governance specie sulla “board diversity”; maggiore attenzione delle società ai temi ESG.

Quali sono i numeri di AIM Italia, oggi?

Le società quotate sono 127, la capitalizzazione è pari a 5,8 miliardi di euro e la raccolta da IPO è pari a 3,9 miliardi di euro, cui si aggiunge una raccolta da mercato secondario di 920 milioni di euro per un totale raccolta di oltre 4,8 miliardi di euro.

Dalla sua nascita AIM Italia conta 180 quotazioni, poi ci sono state acquisizioni, passaggi su MTA o delisting. Ma questo data denota un’importante dinamicità, lontana dallo scenario del mercato regolamentato. Basti pensare che, nel 2019, il rapporto IPO è stato di 8 AIM per ogni MTA.

Tornando alla fotografia dell’AIM nel 2019, il giro d’affari complessivo è pari a 5,6 miliardi di euro (5,0 miliardi nel 2018). Dall’analisi emerge un significativo trend di crescita: i ricavi 2019 registrano un incremento medio del 17% rispetto al 2018, con una quota estero del 41%, mentre l’EBITDA registra una crescita media del 10,2%. La crescita dei ricavi ha interessato il 77% delle società, con tassi superiori al 50% nel 13% dei casi. Il 74% delle società presenta ricavi inferiori a 50 milioni di euro, mentre l’8% superiori a 100 milioni di euro. Il 73% delle società ha riportato un risultato netto positivo nel 2019. Sono 19 le società che distribuiscono dividendi nel 2020, per un ammontare complessivo di 55,0 milioni di euro (circa 70 milioni di euro 2019) e un dividend yield medio pari al 2,3%, (2,7% nel 2019).

Qual è il contributo che le società di AIM apportano all’occupazione?

È un contributo fondamentale. Oggi le quotate AIM impiegano 20.200 dipendenti (127 il dato medio, 79 il dato mediano), con una crescita, in media, pari al 13% rispetto al 2018 (circa 19.300 dipendenti). Sono capaci di attrarre talenti, che possono maturare un percorso professionale riconosciuto anche dal mercato: +50% è la crescita del numero delle risorse impiegate dalla data di IPO ad oggi (CAGR +17%). I settori che occupano, in media, maggior numero di risorse sono Industria (41%), Tecnologia (15%), Servizi (10%), Moda e Lusso (8%). Lo status di società quotata richiama l’interesse di talenti a tutti i livelli.

Come è cambiato lo scenario relativo agli investitori istituzionali?

È cresciuto l’interesse verso l’AIM e il numero degli investitori stessi. Nell’azionariato delle quotate sono presenti 109 Istituzionali, di cui 25 italiani (23%) e 84 esteri (77%). L’investimento complessivo è pari a circa 570 milioni di euro, circa il 9% della capitalizzazione del mercato. Gli investitori italiani detengono un investimento pari a 305 milioni di euro (54% del totale), gli esteri un investimento pari a 265 milioni di euro (46%). Si conta un totale di 845 partecipazioni detenute, che corrisponde a una media di 7,8 partecipazioni per investitore. I primi tre investitori su AIM sono Banca Mediolanum (69 milioni di euro investiti), Azimut Holding (61 milioni di euro investiti) e Julius Bär Gruppe (49 milioni di euro investiti).