Monnalisa chiude il 2019 con ricavi a 47,9 milioni di euro. Importante il contributo dell’estero, che vale il  67% del totale: 14 i nuovi punti vendita diretti inaugurati in 9 Paesi. Sensibile la crescita del canale retail: +26% a cambi correnti, +24% a cambi costanti, con ricavi a € 15,5 milioni (€ 12,3 al 31 dicembre 2018). Inoltre, nei primi mesi del 2002 si registra una progressiva crescita delle vendite sulla nuova piattaforma della società leader nel settore della realizzazione di abbigliamento di alta gamma per bambini. “Oggi – commenta Christian Simoni, amministratore delegato di Monnalisa – affrontiamo la sfida della digitalizzazione. Progetti a cui lavoriamo già da tempo e che vedranno presto la luce, per essere sempre al passo con i tempi”.

Tra i principali risultati ottenuti da Monnalisa nel 2019 ci sono l’incremento del valore di estero e retail. Come giudica questi risultati?

La presenza sui mercati esteri è da sempre un punto di forza per Monnalisa, con una presenza capillare in tutto il mondo. L’apertura di controllate nelle diverse aree geografiche ci ha consentito di puntare sull’eccellenza del servizio, consolidando il nostro brand. Siamo una piccola multinazionale. Il piano di sviluppo 2019 prevedeva importanti investimenti in direzione retail, della 14 aperture ben 10 sono state effettuate nella seconda parte dell’anno. Un progetto che ha avuto una crescita sensibile, considerando che fino al 2016 non c’era e oggi rappresenta 1/3 del nostro fatturato.

Quali le aree geografiche di principale interesse?

In Europa registriamo volumi importanti, così come in Russia e in Paesi dell’ex URSS. Anche i Paesi Arabi e la Cina rappresentano aree di primaria importanza, come gli Stati Uniti e Hong Kong. La presenza in così tanti Paesi ci ha sempre permesso di compensare eventuali difficoltà, come l’anno scorso con le proteste a Hong Kong. Oggi, la situazione è un po’ più complessa.

Come state rispondendo alle sfide poste dal Covid-19?

Lo scenario attuale costringe tutti ad accelerare i processi di innovazione. Già da alcuni anni stiamo lavorando a progetti digitali, adesso è il momento di finalizzarli. Il primo riguarda il virtual showrooming, dove lo staff svolge un ruolo di consulente. Nel negozio fisico saranno presenti pochi capi, con misure standard, poi il processo di acquisto sarà completato e finalizzato online. È importante avvalersi di questi strumenti soprattutto quando, come nel caso della moda bambini, avresti bisogno di rispondere alle esigenze del cliente con molti capi, perché esistono numerose misure. A maggio presenteremo una prima parte della collezione nuova, lo faremo con strumenti virtuali per favorire gli ordini. L’idea di nuove modalità di acquisto interessa sia i nostri punti vendita che i corner Monnalisa in negozi multi-brand.

Quanto conta l’e-commerce?

Da giugno scorso stiamo lavorando all’implementazione della nostra piattaforma, online dallo scorso dicembre. I risultati iniziano a vedersi, abbiamo registrato volumi importanti dalla scorsa metà di marzo. Importante evidenziare che a fronte di una riduzione del traffico, abbiamo registrato un aumento del tasso di conversione: da visita ad acquisto. Anche in questo caso, infatti, la situazione attuale sta agevolando una trasformazione nei costumi, anche da parte di una clientela con età più avanzata. È il caso delle nonne, spesso protagoniste degli acquisti di capi di abbigliamento di fasci alta per i più piccoli.

Quale la strategia di crescita di Monnalisa?

Stiamo rimettendo in discussione in modo creativo la nostra strategia, anche a seguito della pandemia. Abbiamo chiesto a tutti i nostri dipendenti di avanzare proposte, con la consapevolezza che i primi a dover ridisegnare i modelli di crescita dovranno essere i componenti del CdA. Abbiamo sempre puntato sulla crescita incrementale per vie interne. Oggi stiamo ripensando il tutto, valutando ad esempio la possibilità dello strumento del franchising, anziché soltanto il retail diretto, ma anche opzioni di sviluppo per vie esterne.