Christian Simoni (AD Monnalisa SpA)È stata la prima società quotata su AIM Italia a presentare il Bilancio Integrato conforme alle linee guida dell’International Integrated Reporting Council. Per Monnalisa lo sviluppo del proprio modello di business non può prescindere dall’attenzione alla sostenibilità. È proprio questo uno dei tre pilastri di un’azienda che ha saputo conquistare oltre sessanta Paesi del mondo con la sua linea di abbigliamento per bambini. “Sostenibilità, internazionalizzazione e innovazione”, questi i segreti del successo di Monnalisa per il suo amministratore delegato Christian Simoni.

Monnalisa è la prima società dell’AIM a presentare il Bilancio Integrato. Come nasce questa scelta?

È un documento che la società redige da tempo, quest’anno abbiamo cambiato la modalità di compilazione e abbiamo scelto di uniformarci alle linee guida dell’International Integrated Reporting Council. L’attenzione ai temi della sostenibilità è molto alta, come dimostra la nostra storia. Siamo stati la prima azienda del comparto moda a ottenere la certificazione, SA8000 abbiamo vinto per ben due volte il premio Ferpi proprio grazie al Bilancio Integrato, siamo stati pionieri nel presentare l’annual report con performance di sostenibilità. Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti quest’anno, siamo certi che si tratti di un risultato importante in termini di trasparenza ed efficacia. Un biglietto da visita anche verso gli investitori.

Tra le novità più recenti l’avvio della partnership con Tmall. Quanto conta l’estero per Monnalisa?

È fondamentale, siamo presenti in oltre 60 Paesi sia con showroom che attraverso portali di ecommerce, come Tmall. Il 67% dei ricavi proviene dall’estero. L’Europa pesa per il 25% (capofila UK e a seguire Spagna, Francia e Benelux), il 41% dei ricavi esteri proviene da altre aree del mondo, con un ruolo predominante per la Russia. Il mercato cinese è un punto di riferimento, siamo presenti con dieci punti vendita. Più in generale l’Asia rappresenta un’area geografica nella quale vogliamo crescere. Abbiamo già in programma altre aperture e una relocation e allargamento ad Harbour City (HONG KONG), peraltro relativa al primo negozio aperto direttamente all’estero. L’accordo con Tmall apre a un’opportunità importante.

Quali sono i punti di forza aziendali che ne hanno determinato il successo anche all’estero?

Abbiamo puntato da sempre sull’internazionalizzazione, possiamo contare su una storicità di presenza che rende il nostro marchio riconoscibile. Abbiamo una forte identità e nel corso della nostra storia abbiamo sempre investito su di noi, sulle nostre forze. Inoltre, offriamo livelli di servizio eccellenti anche per la clientela retail. Giochiamo ad armi pari con i grandi brand del lusso che magari si sono dedicati meno alla cura della linea per i più piccoli.

Innovazione e vendite online, quanto contano per Monnalisa?

L’innovazione è uno dei pilastri del nostro modello di business. È intrinseca nel settore in cui operiamo, la moda è innovazione ma non ci limitiamo a questo. Al momento ci sono diversi cantieri aperti che vanno dalla digitalizzazione della gestione del magazzino. Logistica, produzione, controllo qualità e di gestione sono tutte aree che stiamo innovando. Da qualche anno in azienda abbiamo introdotto un Innovation Manager. L’investimento più importante, però, riguarda proprio la nostra piattaforma di e-commerce, quella legata al nostro portale. Da qui passa circa il 3% dei ricavi, un dato in linea con l’andamento del settore. Un altro 3-4% di fatturato, invece, è generato da piattaforma di e-commerce non proprietarie, proprio come Tmall. Rappresentano opportunità di crescita importanti, sulle quali vogliamo investire.

Circa un anno fa la quotazione su AIM. Che bilancio traccia?

È stata una grande opportunità, che inevitabilmente porta con sé momenti di criticità. L’azienda è cresciuta, ha adottato modelli di organizzazione nuovi, abbiamo cambiato pelle. Abbiamo dovuto imparare il linguaggio dei mercati e degli investitori per dialogare in modo efficace con nuovi stakeholder.  L’IPO rappresenta solo un primo passo verso una nuova stagione. È fondamentale riuscire a conquistare la loro fiducia in poco tempo ma ancora più importante è riuscire ad alimentarla. Costruire un dialogo chiaro e trasparente è il nostro obiettivo.