Presentazione standard1MILANO (AIMnews.it) – “Il 2015 è stato un anno molto importante per l’avvio del programma di crescita del brand Fedon sul mercato retail, su cui puntiamo molto per diversificare il business storico della società, centrato sulla produzione di accessori per il settore dell’ottica, soprattutto astucci”. Maurizio Schiavo, direttore generale di Giorgio Fedon, spiega così ad AIMnews le linee strategiche della società. “Il nuovo business, che ora vale circa il 10% dei ricavi consolidati, entro due o tre anni potrebbe raggiungere circa il 25% dei ricavi totali”.

In che modo volete arrivarci?

Abbiamo lanciato una linea di nuovi prodotti che, grazie al brand e all’esperienza della società, sono destinati al viaggio e al lavoro: si tratta di accessori personali quali occhiali, orologi, piccola pelletteria. È una linea lifestyle che esiste già da una decina d’anni ma che dal 2014 abbiamo iniziato a valorizzare e rilanciare con obiettivi di sviluppo rapidi e ambiziosi.

E come?

Il 2015 è stato il primo anno di espansione della rete diretta con negozi monomarca in Italia dove abbiamo puntato in particolare negli aeroporti e nelle stazioni di Roma e Napoli, e in Asia, dove finora abbiamo privilegiato i centri commerciali, anche se nei prossimi mesi è prevista l’apertura di un negozio nell’aeroporto di Hong Kong. In Asia siamo peraltro già presenti anche con una filiale produttiva a Shenzen.

E nel 2016?

Abbiamo in corso diverse gare in differenti aeroporti europei, in Germania a Francoforte e a Monaco, in Francia e in Gran Bretagna a Heathrow. Aeroporti e stazioni sono luoghi di passaggio e di traffico importanti per il nostro business. Stiamo inoltre lanciando anche una nuova linea di trolley da cabina. Nel complesso contiamo di raggiungere, nell’arco di cinque anni, circa 40-50 negozi. Poi vi sono altre due linee di sviluppo del business…

Quali?

Innanzitutto quest’anno abbiamo effettuato il primo collocamento di occhiali a marchio Fedon, una linea che espanderemo sia agli occhiali da vista sia a quelli da sole. Poi abbiamo valorizzato i prodotti che possiamo definire di “packaging” per accessori di lusso: contenitori in materiale pregiato per occhiali, orologi, oreficeria. L’obiettivo è produrre la parte artigianale in Italia e la parte industriale in Cina e in Romania.

Il 2015 è stato l’anno dell’Asia, il 2016 quello dell’Europa. E invece gli Stati Uniti?

Negli Usa abbiamo da anni una nostra filiale commerciale, uno showroom a New York. Tuttavia per espandere un business in modo credibile e concreto occorre investire e concentrare le risorse. E pertanto abbiamo deciso di concentrarci sul business americano non prima del 2017.

Voi eravate già quotati all’Euronext a Parigi e avete aggiunto una seconda quotazione all’Aim Italia. Contate di mantenere entrambi i listing?

La quotazione a Parigi risale a 1998 e allora fu necessaria per farci conoscere e internazionalizzare l’azienda. Oltre a ciò la Francia alla fine degli anni ’90 rappresentava il nostro secondo mercato più importante. E poco dopo acquisimmo un nostro concorrente francese. Anche la quotazione all’Aim Italia, avvenuta tramite cross listing, è servita e servirà ad accrescere la nostra visibilità e la nostra brand awareness.