Dante Ravagnan a.d. 4AIM Sicaf Il 2018 è stato un anno ricco per il mercato AIM Italia. Tante le IPO (26), molto più numerose di quelle che hanno interessato il listino principale di Borsa Italiana (5 su MTA), una performance complessiva che ha saputo dimostrare una maggiore resistenza alle pressioni esterne rispetto agli altri indici. Il 2019, secondo le previsioni, si prepara a replicare le performance dell’anno precedente in termini di IPO, puntando a superare quota 25 quotazioni nell’arco dei 12 mesi. Ne è convinto Dante Ravagnan, amministratore delegato di 4AIM SICAF, la prima SICAF focalizzata su investimenti in società quotate e quotande su AIM Italia.

Che anno è stato il 2018 per l’AIM Italia?

L’AIM, con 26 IPO, si è dimostrato particolarmente ricettivo ed è ormai il mercato borsistico di riferimento per le PMI italiane. La performance del listino, come facile immaginare, ha subito le conseguenze di un contesto economico difficile. A pesare sui risultati sono stati tanti fattori, dalla Brexit alle tensioni tra Cina e Stati Uniti all’incertezza sulla politica italiana. È bene sottolineare, però, che anche se l’AIM Italia ha chiuso il 2018 con il segno meno è riuscito a resistere molto meglio degli altri indici di Borsa, limitando la contrazione, un segnale importante.

Quali le previsioni sul 2019?

In termini di IPO l’anno in corso dovrebbe far registrare un andamento molto simile a quello del 2018, con non meno di 25 nuove quotate. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello legato alle modifiche normative introdotte con la Legge di Bilancio che prevede l’obbligo per i PIR di investire almeno il 3.5% della raccolta su questo mercato. Ci sono state tante polemiche, in seguito alla modifica, ma sono i numeri a dimostrare che le PMI quotate su AIM Italia hanno avuto la capacità di performare meglio delle realtà più grandi.

Nel 2018 su AIM è cresciuto anche il numero degli investitori. Un segnale che riflette anche una maggiore qualità delle quotate?

E’ effettivamente cresciuto il numero di investitori istituzionali, anche stranieri, che operano con regolarità su AIM Italia e che manifestano il loro interesse alle realtà del listino dedicato alle PMI ad alto potenziale. La selezione all’insegna della qualità ne è una logica conseguenza. Il listino è espressione di un tessuto produttivo molto variegato ma è importante notare che a riscuotere successo non sono solo imprese della new economy. Operazioni riguardanti realtà considerate appartenenti alla “old economy”, come ad esempio Grifal, si sono dimostrate di grande interesse per gli investitori. È un segnale importante, da non sottovalutare, che restituisce le origini e la forza della nostra economia.

Le PMI a gestione familiare guardano spesso con sospetto a Piazza Affari. Qualcosa è cambiato?

Sì, sta cambiando la cultura imprenditoriale in Italia. I “proprietari” si stanno trasformando in “imprenditori” e guardano sempre con maggiore interesse agli strumenti per la crescita, quali la IPO. Molti imprenditori stanno capendo come la quotazione possa rappresentare un valore aggiunto, un volano di crescita per le proprie aziende, e che ormai il paradigma che “piccolo è bello” non possa più applicarsi in uno scenario competitivo globalizzato.