Con Dolatrox, composizione per il trattamento delle artropatie e dell’osteoartrosi, come recita il certificato brevettuale, arriva per Kolinpharma il quarto brevetto USA. Dopo i brevetti di Ivuxur e i due di Xinepa, ottenuti nel 2019, il nuovo brevetto avrà validità fino al 2035. Un riconoscimento importante per l’azienda guidata da Rita Paola Petrelli, che fa dell’eccellenza il minimo comune denominatore di tutte le sue attività. Un’ulteriore testimonianza della qualità degli integratori made in Italy, che fa eco ai principali riscontri degli studi scientifici. “Ci accontentiamo solo dell’eccellenza”, afferma Petrelli.

Qual è il valore aggiunto del quarto brevetto USA?

Siamo molto orgogliosi e soddisfatti della nuova concessione che arriva dall’Ufficio Brevetti e Marchi domestico. Testimonia la serietà e l’accuratezza della nostra ricerca. Conferma la capacità del team di R&D di studiare formulazioni innovative e sviluppare prodotti efficaci, basati sulle più attuali evidenze scientifiche nei diversi ambiti di riferimento. Tutti hanno avuto modo di valutare l’efficacia del nostro integratore per il trattamento dell’osteoartrosi. Il brevetto è espressione del rigore della scienza, è la prova del fatto che ci accontentiamo solo dell’eccellenza.

Gli Stati Uniti quanto contano nel comparto della nutraceutica?

Sono il principale mercato di riferimento. Testimoniare l’approvazione di un prodotto con un brevetto, lascia presagire che ci siano spazi per valutazioni commerciali. Certo è, però, che per avviare la discussione sul piano commerciale ci sono sfide diverse da affrontare, come quella che riguarda il regolatorio. È fondamentale, prima di entrare in un nuovo mercato con un prodotto, conoscerne a fondo la normativa. Per quanto riguarda gli USA, parliamo di una realtà particolarmente complessa, che richiede un’analisi attenta e precisa.

Di recente ha portato la sua partecipazione nel capitale sociale dal 52,61% al 71,82 per cento. Un segnale di fiducia

Fiducia nel progetto Kolinpharma ma anche un segnale di stabilità dell’azienda. La scelta di subentrare alla parte uscente, infatti, è stata dettata dalla volontà di trasmettere un segnale importante al mercato e ai nostri collaboratori. Abbiamo avuto già un feedback positivo da parte degli stakeholder. Kolinpharma non è solo “un’azienda”, è un progetto, un noi. Richiede impegno e passione, la capacità di guardare sempre avanti, di fare sempre un passo in più. Il nostro obiettivo è quello di sostenere tutte le nostre ricerca con dati scientifici, un valore aggiunto per tutta l’azienda.

L’eccellenza come modello aziendale, quindi?

Sì, non si rispecchia solo nei prodotti ma anche nelle attività e nell’organizzazione della nostra società. Va in questa direzione, ad esempio, anche la scelta di puntare sulle certificazioni, da ultima quella relativa all’Anticorruzione. L’etica guida le nostre scelte e le nostre azioni ogni giorno, dà forza al progetto Kolinpharma.

Come prosegue l’attività nell’attuale contesto, con la diffusione del Covid-19?

La nostra rete di vendita è stata attiva presso le cliniche private fino a quando è stato possibile. Abbiamo sospeso le attività presso le strutture pubbliche per rispetto del lavoro di tutti e per la tutela dei nostri informatori. A oggi, gli informatori non operano sul territorio ma, grazie allo smart working, siamo in grado di garantire un rapporto diretto e continuo con i nostri specialisti di riferimento. Abbiamo trasformato l’attuale situazione di emergenza in un’opportunità.

Può tracciare un bilancio dell’esperienza su AIM Italia?

La quotazione, due anni fa, rappresenta ancora oggi una scelta importante per sostenere il nostro progetto. Ci ha consentito di ampliare i nostri orizzonti e ci ha dato l’autorità per sederci a tavoli importanti. Siamo una pmi innovativa che si caratterizza per rigore e serietà, un aspetto da non sottovalutare, molto apprezzato anche dalle banche. L’IPO è stata determinante per consolidare il percorso avviato in precedenza, sempre incentrato sulla serietà e il rigore della nostra ricerca.