gpi Fausto Manzana amministratore delegato Nasce tutto da una promessa. Oggi GPI debutta su MTA, forte dell’esperienza maturata su AIM Italia, proprio come promesso ai suoi azionisti nel 2016, al momento della business combination con Capital For Progress 1: crescere e rendere sempre più interessante il titolo. A raccontarlo, con l’orgoglio di chi ha lavorato tanto per raggiungere il proprio obiettivo, è Fausto Manzana, presidente e amministratore delegato della società leader nei sistemi informativi e servizi per la Sanità e il Sociale.

GPI debutta sul MTA: con quali obiettivi?

Il passaggio dal listino AIM Italia al MTA rappresenta il mantenimento di una promessa fatta ai nostri azionisti. Oggi GPI conta oltre 650 investitori e la scelta di un mercato più liquido risponde alla volontà di rendere il titolo sempre più interessante. E’ il momento di puntare sempre più alla crescita e all’evoluzione della nostra società, consolidando la presenza sul mercato nazionale e ampliando le attività in Europa.

Cosa porta con sé dell’esperienza maturata su AIM Italia?

I due anni su AIM Italia sono stati una palestra molto valida per la nostra squadra che ci ha preparati alla nuova sfida intrapresa oggi. Siamo partiti da un’organizzazione aziendale basata su un socio unico e un amministratore unico. AIM Italia ha favorito la crescita interna, una nuova organizzazione, lo sviluppo di competenze adeguate per confrontarci con attori di pari livello con cui ricercare un confronto indirizzato al potenziamento della competitività.

Quali i driver della crescita per il 2019?

Proseguiremo sulla strada seguita fino a oggi sia puntando alla crescita per linee interne sia a quella per linee esterne. Nel 2018 abbiamo fatto 9 acquisizioni, sarà fondamentale continuare a lavorare per armonizzare queste dieci realtà (GPI compresa), dotandole di un’anima unica. Allo stesso tempo, però, puntiamo a crescere anche attraverso nuove acquisizioni mirate, in Italia e in Europa, sia per ampliare la nostra clientela sia per allargare il ventaglio di servizi offerti. La crescita prevista nel 2018 sul 2017 supera il 10%, un dato non da poco. Vorremmo accelerare, con la consapevolezza di dover sempre prestare grande attenzione all’equilibrio finanziario. D’altra parte se è vero che il mondo dell’IT corre, è ancor più vero che corre anche il modo in cui si eroga sanità. Crescere è una necessità per essere sempre competitivi e all’altezza.

GPI cresce all’estero grazie a robotica e gestione dei centri trasfusionali. Quanto conta il made in Italy?

C’è grande apprezzamento per l’offerta italiana. Poco prima di Natale abbiamo ricevuto molti ordini provenienti da diversi Paesi del mondo per servizi legati alla gestione delle farmacie interne. Lavoreremo per potenziare la nostra rete commerciale ma i riscontri provenienti dall’estero, lì dove siamo presenti, sono molto positivi.

Sul mercato interno, invece, quali obiettivi vi siete posti?

Siamo presenti in tutte le regioni italiane. È possibile immaginare un potenziamento della presenza dei nostri servizi nelle regioni meridionali, dove si registra un ritardo negli investimenti in ambito IT. Più in generale, nei prossimi 5 anni andrà in pensione circa il 50% degli attuali clinici, impossibile non investire su servizi informatici in questa occasione. Anche il ruolo di queste figure è destinato a cambiare e a potenziarsi grazie al supporto di strumenti informatici in grado di liberarli da incombenze burocratiche, migliorando di conseguenza l’offerta per il paziente.

Il futuro della sanità è digitale. A che punto è l’Italia?

Rispetto ai Paesi del Nord Europa e del Nord America, l’Italia ha sempre investito poco in IT. Dalla crisi economica questi investimenti si sono ridotti ulteriormente, spinti dall’errata convinzione che rappresentino costi più che opportunità. E’ il momento di riprenderli e rafforzarli. L’IT clinico è un asset da non sottovalutare per la crescita del Paese. Dobbiamo essere consapevoli di noi stessi e delle nostre potenzialità. Geograficamente l’Italia ha la possibilità di porsi come area di riferimento per il Bacino mediterraneo. Perché non cogliere le opportunità derivanti dal turismo sanitario? L’offerta italiana, anche quella pubblica, è tra le migliori. Abbiamo gli strumenti per crescere.