MILANO (AIMnews.it) – Le pmi del Nord est guardano con crescente interesse all’AIM Italia. Il tessuto produttivo della macro-regione è in trasformazione e punta sempre più su strumenti come PIR e minibond per finanziare la crescita. Piazza Affari, però, si conferma la strada per le pmi più ambiziose, grazie alle oppurtunità offerte dal listino AIM.

Come evidenzia in un recente articolo Il Corriere del Veneto:  nel 2013, a cinque anni dalla sua nascita, le società scambiate all’Aim erano 36, a fine 2019 risultano 133. Fra queste, undici sono venete e due friulane. E cinque risultano le new entry del 2019, tra queste c’è Gibus. Inoltre, sulle 834 aziende sparse da Bolzano a Palermo appartenenti al programma Elite, 114 sono del Triveneto.

 

Ma, in concreto, quali sono i vantaggi della quotazione? «Non ci sono dubbi: la molla principale che spinge al mercato è la voglia di crescere. A maggior ragione per le piccole e medie imprese» spiega Anna Lambiase, amministratore delegato di IR Top Consulting. «Ci sono tuttavia altri aspetti estremamente importanti. Intanto, il fattore disciplina. Avere i bilanci certificati, tenere le scritture contabili in ordine, rispettare gli standard di trasparenza, tutto ciò fa parte integrante della maturità di un’azienda. Infine, l’approdo al listino offre evidenti benefici in termini di visibilità: in qualche modo è una carta vincente da spendere nei confronti dei fornitori e della clientela, specie a livello internazionale. Conclusione: la quotazione rende l’impresa più forte e più competitiva».