MILANO (AIMnews.it) – La Commissione Finanze della Camera ha approvato all’unanimità un emendamento che modifica la disciplina dei PIR a lungo termine introducendo, per i PIR costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2020, l’obbligo di investire il 5% del 70% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati. L’emendamento, che prevede altresì che casse previdenziali e fondi di investimento possano detenere più di un PIR nel limite del 10% del patrimonio e non prevede obblighi di investimento in quote o azioni di fondi per il venture capital o di fondi di fondi per il venture capital, darà nuovo slancio alla raccolta di capitali privati da indirizzare all’investimento nell’economia reale e in particolare nelle PMI quotate e quotande su AIM Italia.

“Le nuove regole per la composizione del portafoglio dei PIR – commenta Anna Lambiase, fondatore e CEO IR Top Consulting – daranno un forte contributo alla quotazione in Borsa di piccole e medie imprese italiane volta a finanziare progetti di sviluppo. L’afflusso di nuovi capitali privati a sostegno dell’economia reale, unitamente all’incentivo alla quotazione nella forma del credito d’imposta sul 50% dei costi di IPO, rappresentano per il 2020 le basi di un ulteriore sviluppo per il mercato AIM Italia, che ha registrato negli ultimi anni il maggior numero di collocamenti e nel 2019 – con 32 IPO e 187 ml di Euro di raccolta – rappresenta il primo hub finanziario europeo per numero di quotazioni tra i mercati non regolamentati, secondo solo al mercato UK, in netta controtendenza rispetto al resto d’Europa. Un dato che dimostra la qualità dello Sme Growth Market italiano come strumento finanziario per la raccolta di capitale volta a sostenere la crescita delle PMI del nostro Paese.  La quotazione aiuta a rafforzare la struttura finanziaria e i numeri di AIM lo dimostrano: il taglio medio delle operazioni nel 2019 ha raggiunto 5,8 milioni di Euro di raccolta di capitale coerente con una dimensione di aziende con fatturato medio pari a 21 milioni di euro.”

Secondo l’OSSERVATORIO AIM di IR Top Consulting, AIM Italia conta complessivamente 134 società con un giro d’affari nel 2018 pari a 6,3 miliardi di euro, una capitalizzazione di 6,9 miliardi di euro e una raccolta di capitali in IPO pari a 3,8 miliardi di euro, di cui, in media, il 93% proveniente da nuova emissione di titoli. La raccolta è pari a 4,5 miliardi di euro includendo le operazioni sul secondario. Nel 2019 il mercato azionario delle PMI conta 32 ammissioni, di cui 28 nuove IPO e 4 ammissioni post business Combination, in linea con il 2018 (26 IPO e 5 ammissioni). La capitalizzazione totale delle 28 nuove società è pari a 1,1 miliardi di euro.

Le 28 nuove IPO hanno raccolto 187 milioni di euro, di cui 30 milioni di euro derivanti da 1 SPAC (Gear 1). La raccolta media delle IPO nel 2019 è stata pari a 5,8 milioni di euro e il flottante in IPO è stato pari al 23%. Le operazioni di IPO sono state principalmente effettuate con l’obiettivo di rafforzare l’attività di ricerca e sviluppo, consolidare l’espansione sui mercati internazionali e per incrementare la capacità produttiva.

Nel 2019 il mercato italiano rappresenta, con 37 ammissioni di cui 32 su AIM e 5 su MTA, il secondo mercato dopo UK, con una quota del 20% a livello Europeo. In particolare AIM Italia è il primo mercato non regolamentato come numero di IPO in Europa.