Giovani, disruptive e resilienti. La carica innovativa delle startup italiane è un patrimonio per l’intero tessuto produttivo, da sostenere nella crescita. Ancor di più oggi, che assumono un ruolo importante come traino della ripresa post-Covid19. Nasce in questo scenario e con questi obiettivi l’alleanza strategica tra Doorway e PMI Capital, che dà vita al primo hub di finanza alternativa per la raccolta di capitale di rischio e le operazioni di pre-IPO. Un punto di riferimento per gli investitori e un nuovo strumento per lo sviluppo di Startup e PMI innovative. “Il valore aggiunto di questa partnership – commenta Antonella Grassigli, co-fondatore e CEO di Doorway – è nell’attenzione assoluta agli investitori, che vengono accompagnati nel percorso di investimento e che avranno la possibilità di monitorarne costantemente il risultato. Senza contare che avranno un ruolo attivo anche nel determinare il successo delle sfide imprenditoriali che sceglieranno di sostenere”.

Qual è il valore aggiunto della partnership tra Doorway e PMI Capital?

È nell’attenzione assoluta che attribuiamo al ruolo degli investitori. Il Protocollo Trasparenza, maturato dall’esperienza e dalla conoscenza del mercato AIM di IR Top, sarà declinato sulle peculiarità dell’equity investing per migliorare e accrescere le informazioni a disposizione dell’investitore che potrà diversificare il portafoglio con un asset class alternativo. La piattaforma integrata si propone di essere l’accesso preferenziale all’investimento in economia reale, grazie al processo a garanzia dell’investitore che abbiamo istituito e che si basa sulla capacità di offrirgli un set di informazioni completo e assoluto. Tra le principali novità anche un elemento che attribuisce ulteriore valore alla selezione delle realtà presenti in piattaforma: l’equity research, che amplia la valutazione dei criteri selettivi. Da evidenziare che la valutazione non si limiterà ai valori economici ma terrà conto anche dei criteri ESG, della responsabilità sociale di impresa. È importante considerare che l’exit da un investimento di questo tipo richiede circa 4-5 anni, sarà impossibile prescindere da temi come la sostenibilità e la governance. Guardare adesso a questi aspetti è rilevante.

Quali sono gli altri aspetti che attribuiscono valore all’alleanza?

All’investitore viene offerta la possibilità di monitorare costantemente l’andamento e lo sviluppo del proprio investimento, anche grazie alla financial dashboard che tiene traccia di ogni progresso. Inoltre, grazie a questa alleanza siamo in grado di offrire l’opportunità di beneficiare della pre-IPO come di una nuova modalità di exit. Un riconoscimento per chi ha creduto nei progetti imprenditoriali fin dal primo momento. In questo scenario la figura dell’investitore assume sempre più i contorni di un business angel, si viene a creare un contesto in cui si assiste a un continuo scambio di conoscenza, in un’ottica di collaborazione.

La piattaforma diventa uno strumento per la crescita di imprese e investitori?

Una crescita su livelli diversi, da quello finanziario a quello delle competenze. Offriamo all’investitore un pacchetto di informazioni complete e alle imprese esperienze e know-how. L’investimento diventa un punto di inizio, l’avvio di un percorso di sviluppo reciproco e costante. Il nostro obiettivo è quello di trasmettere un mindset imprenditoriale.

Quali sono le caratteristiche delle imprese presenti in piattaforma?

La nostra attenzione è più sull’imprenditore che sull’impresa. Guardiamo alle persone e vogliamo che siano: motivate, elastiche e resilienti, curiose e umili, sicure di se stesse e pronte a imparare. Un profilo che rispecchia molte capacità femminili, ma le startup rosa sono ancora poche.

La piattaforma guarda solo al mercato italiano?

L’autorizzazione Consob è relativa all’operatività sul mercato italiano, anche se chi promuove la raccolta può essere anche comunitario. Siamo in attesa del regolamento europeo che ci consentirebbe di avviare le attività anche su quello dell’Unione europea dal 2021, sia sul fronte startup che su quello investitori.

Nel confronto con l’UE, quali sono i punti di forza delle startup italiane?

Gli italiani sono molto bravi nella fase di execution, rispondono in tempo reale alle difficoltà. Possono contare sulle competenze di eccellenti centri di ricerca e sulla qualità del capitale umano. Inoltre, i distretti rappresentano un importante valore aggiunto. Tra i punti di debolezza, invece, la scarsità delle risorse economiche a sostegno della crescita, soprattutto quando parliamo di fasi più avanzate, e l’ostacolo rappresentato dalle lungaggini burocratiche.