MILANO (AIMnews.it) – Ir Top ha presentato oggi la 2° edizione dell’Osservatorio sul mercato azionario per le Pmi. In pratica il mercato Aim Italia di Borsa Italiana. Che, con MailUp sbarcata proprio ieri sul listino, ha raggiunto quota 51 quotate. Di cui 15 nel 2013 e altrettante nei primi sette mesi di quest’anno. Mercato di piccole società sicuramente – solo quattro superano i 100 milioni di market cap, mentre quella media si ferma a 37 milioni – ma che crescono: il 65% delle società ha rilevato nel 2013 un aumento del fatturato del 20% almeno (46% oltre il +50%) e il 63% una crescita analoga a livello di ebitda (il 36% oltre il +50%). Pochi dividendi (solo sette società li hanno erogati, con un dividend yield medio del 2,2%) ma si tratta di un dato normale alla luce di quelle che dovrebbero essere le prospettive di crescita. Anche se occorre rilevare come solo 11 società abbiano presentato piani industriali e di queste appena cinque abbiano quantificato a livello numerico gli obiettivi. Da notare, però, anche la presenza di investitori istituzionali, che romai detengono 180 milioni di euro di partecipazioni sugli 1,8 miliardi di capitalizzazione dell’intero mercato (il flottante medio è del 24): sono 63 operatori, di cui 41 italiani e 22 esteri. Del resto il listino ha una presenza, in termini di settori merceologici, molto differente dai listini maggiori: il Green vale il 22% del mercato, la finanza il 22% , Media & Digital valgono il 20 per cento.
Anche dal punto di vista di mercato, l’Aim continua a crescere: i gironi con scambi sono saliti dal 65% medio del 2013 al 69% del primo semestre 2014, con un controvalore giornaliero passato da 36mila a 45mila euro e una volatilità diminuita di conseguenza dal 64% al 44% dei primi sei mesi di quest’anno.
Società, peraltro, attive anche nella raccolta con strumenti di debito: da inizio anno sono state otto le emissioni obbligazionarie (di cui cinque di bond convertibili e altre due quotate all’ExtraMot), per un totale di oltre 30 milioni di euro.
Infine un occhio alla governance. Il 42% dei CdA ha almeno sette membri, il 44% da quattro a sei e solamente il 14% ne conta tre.