Alessandro-Firpo-2MILANO (AIMnews.it) – “I primi quattro mesi dell’anno hanno evidenziato una forte crescita dei dati lordi gestionali riferiti alle vendite con un +73% rispetto al 2017; con un trend di sviluppo importante che risulta confermato anche per il mese di maggio” spiega ad Aimnews.it Alessandro Firpo, responsabile sviluppo strategico di Prismi. “Si tratta di un risultato superiore dell’11% anche al piano industriale approvato a inizio anno che prevede il ritorno all’utile già dal 2018. Tuttavia, anche se il 2017 era stato un buon anno per la società, nei primi mesi avevamo stentato, quindi la percentuale di incremento di questo prima metà di 2018 non può essere proiettata sull’intero esercizio.

E per la seconda metà dell’anno?
A partire da luglio ci confronteremo con le cifre importanti che avevamo iniziato a fare l’anno scorso. Quindi non cresceremo del 70% certo, ma puntiamo a fare un buon anno e a consolidare questi incrementi. Più in generale l’aumento delle vendite è importante, ma per un’azienda come la nostra è importante anche l’andamento degli incassi: abbiamo potenziato e selezionato la rete di vendita e le cifre degli insoluti si riduce non solo in percentuale sul nuovo fatturato, ma anche in valore assoluto. Un altro indicatore che il lavoro fatto sta funzionando.

Soddisfatti quindi?
Direi proprio di sì. L’incremento dei ricavi è più che proporzionale rispetto ai costi, quindi i risultati saranno positivi. I costi commerciali sono invariati, i costi di produzione sono scesi grazie all’efficientamento che abbiamo portato in azienda e quindi il fatturato aggiuntivo si trasferisce quasi tutto in margine operativo lordo.

E a livello di strategia aziendale?
Abbiamo fatto uno studio, con i dati raccolti, sull’opportunità dell’investire nel digitale. Le aziende che lo fanno crescono in media quattro volte più della media delle aziende italiane, creano occupazione due volte più velocemente della media e sono il 50% più inclini a vendere anche all’estero. Rileviamo quindi una richiesta di mercato che non si divide tra Pmi e impresa medio grande, ma tra imprese che puntano a investire nel futuro e invece quelle che non lo fanno.

Come avvengono i contatti con le aziende?
Abbiamo infiniti canali di lead generation. Il call center ha fatto ormai il suo tempo: qualche anno fa generava il 50% dei nostri contatti, oggi si ferma al 10 per cento. Abbiamo canali diversificati che vanno dalla camera di commercio ai corsi al passaparola dei clienti. Se operiamo bene i nuovi clienti vengono spontaneamente. La qualità in un mercato così frammentato è sempre vincente.

Come vi state muovendo per quanto riguarda la crescita per linee esterne?
Ci stiamo guardando intorno e abbiamo un piccolo panel di due o tre società che ci interessano: l’aumento di capitale ci ha rafforzato e la crescita borsistica degli ultimi tempi segnala un ritorno di fiducia sulla società. In tutto questo la conversione dei warrant emessi nel corso dell’ultimo aumento di capitale ci daranno altre risorse. Il nostro target è di piccole aziende di 1-2 milioni di fatturato in cui i rapporti personali rappresentano il fattore determinante. E infatti l’obiettivo è continuare a coinvolgere la proprietà della società acquisita.

E in Svizzera?
Stiamo avviando un rafforzamento commerciale per avere una nostra presenza autonoma in un mercato che consideriamo importante e ricco.