MILANO (AIMnews.it) – La vocazione internazionale di Masi Agricola è certificata dalla consueta indagine annuale di Mediobanca sul settore vinicolo italiano, che la classifica come la terza società italiana del comparto per incidenza dell’export sul fatturato consolidato: oltre il 90 per cento. Il gruppo, che ha chiuso il 2014 con quasi 60 milioni di euro di ricavi, è radicato nella Valpolicella ed è tra le aziende vinicole leader, con 32 etichette di vino, di cui molte di pregio. “È uno dei motivi per cui la quotazione all’Aim Italia ha avuto un’adesione massiccia di investitori esteri – spiega il presidente e amministratore delegato Sandro Boscaini – La richiesta di azioni in fase di Ipo, che è stata di 1,3 volte il quantitativo offerto, è pervenuta per il 45% da operatori stranieri”. La quotazione di Masi Agricola è stata la maggiore operazione di raccolta di capitale completata su Aim Italia. Collocato a fine giugno a 4,6 euro, il titolo è tornato di recente al di sopra del prezzo di Ipo e si avvicina ormai alla soglia dei 5 euro (nei giorni scorsi ha segnato un massimo a 4,99 euro) portando la capitalizzazione di Borsa oltre la soglia dei 150 milioni di euro.

Sandro_Boscaini_CF_1964Soddisfatti del collocamento?
Siamo sbarcati in Borsa il 30 giugno, subito dopo sono arrivate la turbolenza finanziaria conseguente alla fase acuta della crisi greca e poi, nelle ultime due settimane, anche quella cinese. Eppure il titolo ha confermato la bontà dell’operazione e la solidità della società e sta iniziando a dare soddisfazione ai nostri nuovi azionisti. Senza contare che la quotazione ci è servita anche per guadagnare in immagine e visibilità.

Con l’aumento di capitale avete raccolto quasi 20 milioni di euro. Come li impiegherete?
Gli obiettivi sono due, anche se le poche settimane trascorse non sono state sufficienti ad avviare trattative. In primo luogo i progetti a valle della produzione, sia nel campo del marketing sia insieme ai nostri distributori per riuscire ad avvicinare e avere un contatto diretto e un dialogo con i consumatori. Le iniziative sono diverse, una di queste è  rappresentata dai due wine bar aperti finora, uno a Zurigo e il secondo sul Lago di Garda. Quest’ultimo, anche se in Italia e vicino a noi, è un presidio importante per far conoscere i nostri marchi ai consumatori stranieri. In ogni caso nei prossimi anni contiamo di aprire altri quattro o cinque wine bar probabilmente in franchising, mentre quello di Zurigo è in comproprietà con un distributore locale.

E il secondo obiettivo?
Puntare alla crescita. Vogliamo allargare la gamma delle etichette e dotare Masi di ulteriori marchi forti e riconosciuti, in linea con i blasonati Serego Alighieri e Bossi Fedrigotti. Siamo interessati a brand conosciuti, con uno standing elevato e con una buona redditività, ma che hanno magari un bacino di clientela solo locale o ridotto: noi siamo forti nel marketing e distribuiamo in oltre 90 Paesi in tutto il mondo, quindi possiamo indirizzarli a una crescita globale.

Contate di allargare ulteriormente la vostra presenza all’estero?
A questo punto non cerchiamo tanto di proporci in nuovi Paesi, quanto piuttosto di aumentare il nostro radicamento in quelli in cui siamo già presenti.

In quale misura vi ha colpiti l’embargo dell’Unione Europea verso la Russia?
L’embargo ha riguardato il settore agroalimentare ma non il vino, quindi non vi sono stati effetti diretti: da questo punto di vista l’andamento del 2014 è stato in linea con gli anni precedenti, ma quest’anno sarà più difficile. Vi sono infatti due effetti indotti che hanno ripercussioni sul settore. In primo luogo la contrazione dell’economia russa ha ridotto la capacità di spesa dei consumatori, inoltre c’è da considerare che il blocco dei prodotti alimentari rende problematica la distribuzione del Made in Italy in generale e pertanto si ripercuote sul consumo del vino italiano.

Nel prospetto informativo avete citato il vostro “modello imprenditoriale etico”: in cosa consiste?
Facciamo bene il nostro lavoro, cerchiamo di trattare con la massima cura il territorio in cui operiamo, mantenendolo salubre. Inoltre con Masi Green abbiamo avviato un progetto di gestione del ciclo produttivo che garantisca una produzione vitivinicola eco-sostenibile. Quando possibile produciamo l’energia e l’acqua calda che ci servono per il ciclo diproduzione attraverso pannelli fotovoltaici, ci avvaliamo di coltivazioni biologiche in Argentina e in Toscana, cerchiamo di ridurre al minimo gli sprechi nei materiali che utilizziamo.

Ultima domanda: come sarà la vendemmia quest’anno?
Pensiamo che in Italia sarà molto positiva. Le piogge delle ultime settimane hanno portato alla giusta maturazione le uve dopo il caldo estivo. Penso che assisteremo a un aumento della produzione dell’8-10% a livello italiano. Stiamo iniziando la vendemmia dei bianchi in anticipo di circa una settimana sulla media annuale, e tra una decina di giorni inizieremo quella dei rossi.