SG Company SB guarda al futuro con una nuova idea di se stessa. Un’azienda matura, che ha fatto tesoro di esperienze pregresse, che ha superato le difficoltà della pandemia e che ha assunto la consapevolezza del valore dei talenti e delle persone. “Cervelli e non braccia”, commenta Davide Verdesca, amministratore delegato di SG Company Società Benefit, raccontando i punti di forza di una realtà che ha recentemente presentato il nuovo Piano Industriale. Superato (+11,9%) il fatturato target 2023 del Piano Industriale 2021-2023, gli obiettivi per il 2026 sono: fatturato 50,3 Milioni, EBITDA 4,2 Milioni, PFN/EBITDA <3,0x. “Il nuovo Piano Industriale è stato sviluppato su basi più solide ed un contesto più ottimistico rispetto al triennio appena trascorso, che per un Gruppo che basava il proprio core business sugli eventi, in un contesto pandemico, è risultato particolarmente penalizzante. – spiega Verdesca – Il nostro principale obiettivo, oggi, è quello di crescere sani”.
Nel 2023 la società registra risultati superiori alle previsioni del Piano Industriale e ha recentemente presentato il nuovo documento strategico. Quali obiettivi e quale il percorso che vi ha condotto fin qui?
È sempre bello ricordare a posteriori la fatica fatta, la storia insegna che le soluzioni si trovano con tanta caparbietà e allenamento, che passa anche attraverso momenti più o meno complicati. Nel 2018 siamo stati dei first mover con la quotazione e anche con il modello di agenzia di comunicazione che volevamo promuovere. Dopo la pandemia siamo ripartiti dalle persone, dal loro valore. Abbiamo scelto di valorizzare gli asset positivi e abbiamo preso la rincorsa. I risultati del 2023 sono l’esito di questa intuizione, della strategia che abbiamo adottato per completare un disegno che era nato imperfetto. Nel 2023 abbiamo chiuso tante operazioni, abbiamo ampliato la rete di partner avviando collaborazioni con realtà che sono sinonimo di contaminazione, diversificazione, nuove soluzioni per i nostri clienti. Oggi SG Company è completamente diversa, oggi abbiamo la possibilità di scegliere i progetti da seguire. Oggi vogliamo essere una azienda che punta sempre più sui cervelli, invece che sulle braccia. Per i nostri clienti vogliamo rappresentare un valore aggiunto, puntiamo a essere dei partner, non essere semplici ingranaggi di un meccanismo burocratico complesso. Abbiamo abbracciato la logica del no, lavoriamo con clienti con cui ci scegliamo reciprocamente. È così che siamo cresciuti nel 2023, per aggregazioni ma anche con una importante quota organica.
Cosa prevede il nuovo piano industriale?
Il continuo incremento del nostro perimetro di attività. Ha premiato l’essere molto trasparenti e chiari sulle strategie di crescita, stiamo analizzando possibili nuove acquisizioni con occhio molto critico rispetto al passato. Tutti i martedì abbiamo un incontro fra i manager e gli imprenditori per analizzare le linee strategiche della crescita del business, dove ci confrontiamo. Siamo un’azienda diversa, per questa ragione il nuovo piano industriale è molto differente rispetto a quello che poteva essere il precedente. Abbiamo un piano industriale molto conservativo, puntiamo a crescere per linee organiche, senza escludere acquisizioni mirate. Dobbiamo dare continuità e certezze ai nostri dipendenti, ai nostri clienti, ai nostri fornitori e ovviamente agli investitori. Puntiamo a passare da 30 a 50 milioni di fatturato in tre anni, è una crescita prudente, vogliamo crescere sani.
Il piano industriale riflette, quindi, una nuova maturità?
Abbiamo linee manageriali molto chiare. Dal punto di vista di flussi e procedure oggi la nostra organizzazione è molto matura e lo sono anche i soggetti che abbiamo portato al tavolo di coordinamento, manager di gruppo. Abbiamo fatto passi falsi proprio per il nostro essere precursori, ma adesso siamo cresciuti. Siamo un’azienda con la consapevolezza di quello che possono essere stati grandi limiti, ma anche le grandi opportunità. Abbiamo una percezione del rischio superiore al passato, Borsa a volte non riflette il reale valore di un’azienda, pesano le contingenze ma anche una errata percezione di EGM come mercato privo di regole. Non è così, ci sono e sono molto rigide. Alla quotazione bisogna arrivare con una reale consapevolezza del percorso che si sta intraprendendo, che va oltre l’IPO ed è fatto di gestione e organizzazione. Noi abbiamo assunto queste consapevolezze, le basi sono estremamente solide e il contesto è migliorato.
La nuova SG Company guarda al mondo degli eventi in modo nuovo. Cosa è cambiato nel vostro modello di business?
Gli eventi sono ancora fondamentali per la nostra attività ma puntiamo a far sì che la loro incidenza sul fatturato scenda al 50%, a supporto di tutto ciò che possiamo considerare fuori perimetro. Puntiamo su attività più alta marginalità e a un aumento del business non focalizzato sul mondo eventi. Lavoriamo per una crescita dell’Ebitda a doppia cifra e a diventare partner nelle strategie di comunicazione dei nostri clienti, seguendoli con un approccio di consulenti in grado di guidarli dall’ideazione delle stesse. Il nostro obiettivo è proporre esperienze alla clientela, ben oltre il viaggio aziendale.