Nel primo semestre 2024 prosegue il trend di crescita dei principali indicatori finanziari di Longino & Cardenal, società che ricerca, seleziona e distribuisce, da oltre 30 anni, cibi rari e preziosi per la ristorazione di elevata qualità, anticipando i trend gastronomici internazionali. I ricavi si attestano a 17,3 milioni di euro (+3,5% yoy) con Margine di contribuzione pari a 4,3 milioni di euro (+13,6% yoy) ed EBITDA a 0,3 milioni. A trainare la crescita è la qualità e la varietà della gamma di prodotti offerti e ora la società punta sulla rete di vendita, sia sul mercato nazionale che internazionale. “Gli Stati Uniti – commenta Riccardo Uleri Presidente e Amministratore delegato di Longino & Cardenal – rappresentano una priorità. Abbiamo potenziato la sede di New York e guardiamo alla Florida con interesse”.
La semestrale riflette una ripresa dell’Ebitda, quali i risultati più significativi?
Il primo semestre 2024 ha visto Longino & Cardenal affrontare un contesto di mercato complesso, ma allo stesso tempo ricco di opportunità. Nonostante le incertezze economiche globali, siamo lieti di presentarvi risultati che mostrano una crescita costante dei ricavi e un significativo miglioramento della redditività. Uno dei risultati più significativi di questo semestre è stato infatti il consistente miglioramento dell’EBITDA, passato da una perdita di euro 80 mila nel primo semestre del 2023 ad euro 293 mila positivo nel 2024 con un incremento di euro 374 mila raggiunto grazie a un aumento del margine di intermediazione e a un contenimento efficace dei costi operativi.
A livello globale, il settore della ristorazione ha continuato a evolversi in un contesto economico sfidante nel primo semestre del 2024. Nonostante le difficoltà legate alle pressioni inflazionistiche e all’aumento dei costi delle materie prime, la domanda per esperienze culinarie di lusso è rimasta resiliente. In particolare, il segmento premium ha registrato una solida crescita, con l’apertura di numerosi ristoranti gourmet e hotel a 5 stelle in tutto il mondo, inclusi progetti di grande rilievo in Italia. Questi sviluppi hanno sostenuto la domanda di prodotti esclusivi, settore in cui Longino & Cardenal continua a consolidare la propria leadership.
L’incremento del fatturato consolidato, unito all’ottimizzazione dei costi e all’espansione nei canali digitali, conferma la solidità del modello di business del Gruppo. Inoltre, la crescita di divisioni strategiche come Shoplongino e la nascita di Longino Digital Factory, aprono nuove opportunità di sviluppo, che permetteranno di rafforzare ulteriormente la nostra leadership nel settore del food & beverage di alta qualità. Guardiamo al futuro con fiducia, certi che le azioni correttive già messe in atto e i continui investimenti nella innovazione digitale e nel marketing mirato ci consentiranno di chiudere il 2024 con risultati ancora più positivi. Il secondo semestre, tradizionalmente più forte, ci offre la possibilità di consolidare la nostra crescita e generare valore per tutti i nostri stakeholder.
Recentemente avete potenziato la sede di New York con l’ingresso di Franco Denari. Quali gli obiettivi di crescita negli USA?
New York rappresenta una sede strategica perché il mercato statunitense esprime grandi potenzialità. La partenza è stata difficile, abbiamo aperto alla fine del 2019 e dopo pochi mesi c’è stata la pandemia che ha inciso sulla gestione. Conosco da tempo Franco Denari, abbiamo deciso insieme che era la persona giusta per rilanciare l’azienda di New York, proiettandola verso obiettivi molto ambiziosi. Conosce la città e il mercato perfettamente, è cittadino degli Stati Uniti ed è esparto delle normative di settore.
Gli Stati Uniti rappresentano un mercato importantissimo, dove viene premiata l’italianità. Anche se non siamo un’azienda esclusivamente made in Italy, perché offriamo una gamma di prodotti che esprime eccellenze internazionali, siamo un’azienda italiana a tutti gli effetti e questo è un vantaggio importantissimo. Non vogliamo fermarci a New York, ma espanderci in altri Stati, partendo dal Sud della costa est, in particolare la Florida. Credo che l’attenzione del Gruppo potrà spostarsi verso gli Stati Uniti nei prossimi anni.
Quali i pilastri della strategia di crescita di Longino & Cardenal?
Il nostro valore aggiunto è rappresentato dal prodotto, la gamma costruita in più di 30 anni, e dal posizionamento nel mercato del lusso. Siamo considerati tali sia a New York che a Hong Kong, Dubai, Italia. È così nella ristorazione ma adesso anche nel mercato al dettaglio, grazie alle attività B2C su cui abbiamo investito nella fase pandemica. Abbiamo deciso di potenziare il reparto vendite, investendo anche sul management.
A Hong Kong abbiamo raddoppiato il numero degli agenti, siamo passati da due a quattro, anche a Dubai è cresciuto il numero di addetti. Il portafoglio prodotti è in espansione continua ma adesso è il momento di potenziare la rete dedicata alle vendite.
Quanto pesa l’ecommerce oggi nella strategia di crescita della società?
Il peso sul fatturato è ancora limitato, pari al 3%, ma è una leva strategica che ci ha anche permesso di far conoscere il nostro brand ai consumatori. Siamo un’azienda che opera nell’ambito della ristorazione di lusso ma fino a qualche anno fa il nostro marchio era conosciuto solo dagli addetti ai lavori, con il B2C non è più così.
Abbiamo scelto di non fare grandi investimenti in pubblicità ma di puntare su attività SEO, valorizzando i contenuti, la ricchezza del nostro sito, la nostra squadra. Siamo molto attenti alla sostenibilità del bilancio e, a differenza di molti ecommerce, prosegue la crescita anche nel post-Covid. Abbiamo ottime recensioni sul nostro sito, tutti i clienti sono entusiasti, più di un terzo è ripetitivo.
Quali gli obiettivi per il futuro?
Stiamo superando le difficoltà legate alla pandemia e i numeri della semestrale lo dimostrano. Il nostro obiettivo è crescere nei mercati dove siamo, guardando anche oltre per eventuali acquisizioni o aperture. Paese di riferimento restano gli Stati Uniti, dove non è semplice entrare.
Abbiamo una profonda conoscenza dei mercati in cui siamo presenti. Siamo a Hong Kong da 11 anni, dove c’è un ufficio estero capace di lavorare in tandem con i nostri fornitori per creare tutte le documentazioni che sono necessarie per l’export. Hong Kong è un porto franco ma regolamentazioni rigide. A Dubai c’è il tema della normativa halal, che richiede la certificazione da parte di tutti i fornitori. Negli Stati Uniti bisogna prestare attenzione alla doppia misura, alle norme sull’etichettatura, alle certificazioni, solo per fare qualche esempio.