MILANO (AIMnews.it) – Un anno fa l’Aim Italia contava 57 titoli e 2 miliardi di capitalizzazione di mercato (qui). Ora la market cap del listino di Borsa Italiana dedicato alle Pmi è lievitata a 3 miliardi di euro, il 50% in più in 12 mesi. Merito, oltre che dall’apprezzamento di molti titoli, anche delle 18 Ipo – cui si aggiungono le tre fusioni tra spac e società target (Iwb, Lu-Ve e Prima Vera) e una ammissione, quella di Mondo Tv Suisse – che hanno portato il mercato a raggiungere il livello di 72 società quotate (di cui una sola sospesa, Visibilia Editore). Cui si aggiungono 13 obbligazioni convertibili e 21 warrant, tutti sempre riconducibili a società dell’Aim Italia. Ecco le 18 Ipo in ordine di quotazione: Mobyt, Digitouch, Caleido Group, Clabo, Elettra Investimenti, Cover 50, Biodue, Bomi Italia, Masi Agricola, Assiteca, Piteco, Capital for Progress 1, Giglio Group, Glenalta Food, H-Farm, Gambero Rosso, Blue Financial Communication, Bridge Management.

Non altrettanto bene è andato invece il Ftse Aim, l’indice che include le performance di tutte le società listate: a fine 2014 era a quota 10.241 punti, un anno dopo ha chiuso a 9.177 punti – con un calo quindi del 10,39% – dopo aver raggiunto il massimo 2015 lo scorso 21 aprile a quota 11.170 punti. Ma, anche se l’indice ha segnato un calo, come in ogni listino di titoli ad alta crescita, non mancano certo i titoli con performance double digit (vale a dire sopra il 10%) e addirittura triple digit (cioè oltre il +100%). A partire da Bio-On, vero best performer dell’anno con un +151%, seguito da Fedon (+129%) e da Poligrafici Printing (+83%); poi Modelleria Brambilla (+63%), Mondo Tv France (+44%) e Digital Magics (+23%).

Molte società sono startup e hanno voglia e necessità di crescere, ma inizia ad affermarsi anche l’attenzione alla remunerazione dell’investitore, sottoforma di dividendi: sono state infatti ben 16 le società che hanno staccato una cedola agli azionisti, vale a dire il 22,5% del paniere. Del resto, ormai, parecchie “piccole” sono cresciute, e iniziano a spuntare le “big cap”. Se un anno fa a superare la soglia dei 100 milioni di capitalizzazione di mercato erano solo tre titoli, quest’anno sono ben sette: Bio-On è la più grande, con una market cap di 224 milioni di euro, Lu-Ve si avvicina ormai a quota 200 milioni (ne vale 196 circa), poi Rosetti Marino e Masi Agricola (142 mln), Net Insurance (123 mln), Fintel Energia (112 mln) e TecnoInvestimenti che sfiora quota 100 milioni.