La martech content factory di Piazza Affari, IDNTT, prepara la seconda fase della crescita. Dopo un brillante 2021, che ha visto incrementare tutti i principali indicatori economico-finanziari, la società punta a consolidare la compagine azionaria al fine di poter contare su investitori pronti a sposare un progetto di medio-lungo periodo per accelerare sulla crescita per linee esterne. All’orizzonte potenziali M&A, ma non si esclude anche una possibile integrazione con player internazionali. “Il nostro obiettivo – spiega Christian Traviglia, presidente di IDNTT – è creare valore per tutti gli stakeholder e per le persone che lavorano con noi, il vero elemento strategico per una società che produce contenuti”.

I numeri del Bilancio 2021 riflettono una crescita sostenuta per IDNTT, quali le principali evidenze?

Il fatturato 2021 è pari a 8,5 milioni di euro. Un dato rilevante perché un anno prima era a 5,9 milioni: un incremento del 44% in soli 12 mesi. Guardando al 2019, inoltre, emerge come la sola crescita per linee interne abbia portato a un raddoppio del fatturato: eravamo a circa 4,2 milioni. Assume grande importanza il dato relativo al Cagr 2019/2021: pari al 42 per cento. La crescita dei ricavi interessa tutte le linee di business: piccole imprese, PA, grandi clienti.

Ulteriore riflessione di grande interesse è quella relativa all’Ebitda, che è espressione di una crescita sana. Nel 2021 è pari a circa 2,5 milioni di euro, un anno prima era a circa 1,6 milioni, con un incremento del 57% sostenuto dal nostro modello di business. L’Ebitda margin si attesta al 29,1 per cento. Siamo una martech e il ruolo della tecnologia è fondamentale ma il valore aggiunto per noi sono le persone, questo ci differenzia dalle società che vendono licenze o tecnologie as a service. Partendo da questo presupposto, avere comunque un Ebitda margin in linea con quello delle principali realtà di quei settori è lodevole, ci consente di efficientare la produzione.

Le ultime due considerazioni interessano l’utile netto e la PFN. Il primo è pari al 20% del fatturato, a 1,7 milioni. Fa capire come non ci siano nell’Ebitda costi nascosti in ricavi, si tratta di un valore rilevante che va a costituire una riserva per futuri investimenti. La PFN, invece, si attesta quasi a circa 3 milioni di euro, dagli 800 mila dell’anno precedente. Ci sono risorse per portare avanti importanti operazioni di M&A.

Quali i vantaggi della quotazione?

È stata una scelta vincente sotto il profilo della branding awareness. Oggi possiamo sederci ai tavoli di gare importanti, senza scontare il gap di un nome poco conosciuto e forti del valore della trasparenza garantito da Piazza Affari. Inoltre, ci ha offerto la possibilità di poter attivare linee di credito rilevanti per operazioni di crescita, ove necessario. Infine, attribuisce all’azienda un valore economico certo. Siamo convinti che oggi non rispecchi quello reale, per questa ragione abbiamo avviato una serie di misure finalizzate a qualificare l’azionariato, ma in ogni modo la capitalizzazione rappresenta un punto di discussione da cui partire nell’ipotesi di una integrazione con player internazionali di livelli, in particolare statunitensi. Si tratta di un’ipotesi che non scartiamo a priori, perché il nostro obiettivo è creare valore, ovviamente puntiamo a mantenere un ruolo attivo dopo l’integrazione.

Quali le novità emerse con le delibere approvate dal CdA?

La prima interessa la denominazione della società. La ragione sociale, a oggi, è ID-Entity SA ma il ticker di Borsa e il nostro logo ripotano IDNTT. Ci è capitato spesso di osservare, sui forum dedicati agli investitori o nei gruppi Instagram dedicati alla Borsa, che questa situazione creava uno spaesamento. Abbiamo scelto di superare questa asimmetria, proponendo all’Assemblea di adottare IDNTT anche come ragione sociale. Abbiamo varato, inoltre, un piano di buyback fino al 10% del capitale, fino a 3 milioni di euro. Tre i motivi principali: pensiamo che il prezzo attuale del titolo sia un’opportunità di acquisto “a sconto” rispetto il reale valore, vogliamo creare una riserva di azioni sia per portare avanti operazioni di M&A sia per avviare un piano di stock option che vada a sostenere la crescita industriale valorizzando le attività dei commerciali.

Guardando ai mercati esteri, quali sono quelli più interessanti per la crescita della società?

Dal punto di visa organico guardiamo al Nord Europa, per la crescita per linee esterne, invece, a Italia e Spagna.