Anno record il 2023 per Destination Italia. Il Gross Travel Value al 31 dicembre si attesta a 55,7 milioni di euro, in crescita del 98% rispetto al 2022 (28,1 milioni di euro). Il segmento B2B contribuisce per circa il 75%, mentre la clientela leisure appartenente al target  Luxury si attesta al 25%. La società ha registrato un CAGR 2020-2023 pari a +99% principalmente trainato dai mercati internazionali con performance significative in Nord America, Europa Occidentale, America Latina e Australia. Le premesse sono molto positive anche per l’anno in corso, che si è aperto con una nuova offerta dedicata al Turismo delle Radici. “Il nostro obiettivo – spiega Dina Ravera, Presidente di Destination Italia – è quello di intercettare sempre nuovi trend e siamo certi che accompagnare nei luoghi d’origine della propria famiglia i turisti stranieri sia un’occasione per vivere un’esperienza unica”. È proprio il turismo esperenziale la chiave del successo della proposta Destination Italia, forte del know-how di Portale Sardegna, con cui lo scorso anno è stata finalizzata la fusione, e delle competenze e dell’esperienza di Massimiliano Cossu.

Che anno è stato il 2023 e quali i punti di forza che hanno permesso alla società di registrare record importanti?

Il 2023 è stato un anno splendido. Il tremendo shock della pandemia è alle spalle, molte realtà non lo hanno superato. Ci siamo quotati durante la pandemia e successivamente abbiamo completato la fusione con Portale Sardegna e siamo arrivati a registrare una crescita anno su anno quasi del 100 per cento. abbiamo lavorato molto sull’organizzazione, partendo dai valori e dalla visione condivisa. Puntiamo a essere il polo di riferimento dell’incoming, siamo una travel tech ma alla base c’è un’idea di impresa con una missione sociale. Un ruolo fondamentale, poi, è stato svolto dall’integrazione con Portale Sardegna, con il prezioso know-how e una visione diversa sul mondo del turismo rispetto ai nostri competitor.

Quali i pilastri della strategia adottata?

Sono tre gli elementi alla base della strategia adottata dalla società. Il primo è la tecnologia, che deve essere proprietaria perché rappresenta uno strumento su cui continuare a investire e da far evolvere rapidamente per essere sempre al passo con i tempi e competitivi a partire dall’Europa. Il fatto che Portare Sardegna avesse una piattaforma proprietaria ci ha permesso di concentrarci negli investimenti su questo strumento, la stiamo implementando grazie al ricorso alla Generative AI, ovvero l’ultimissima e potente evoluzione dell’Intelligenza Artificiale. Portale Sardegna porta con sé anche un importante know-how, secondo pilastro, la valorizzazione dei territori che si traduce in esperienze uniche, locali da offrire ai turisti. Lo si può fare grazie ai responsabili di regione e alla capacità di suddividere i territori in diversi ambiti, con la presenza di local expert. Abbiamo realizzato una struttura capace di coprire tutto il territorio nazionale. Infine, il terzo pilastro è rappresentato dalla rete internazionale commerciale molto capillare che abbiamo costruito in 90 Paesi nel mondo. Un aspetto, paradossalmente, non così scontato nel settore in cui operiamo. Le premesse per l’anno in corso sono ottime.

Dal 2024 l’offerta di Destination Italia si amplia con il Turismo delle Radici. Quali le aspettative?

Siamo nell’anno dedicato proprio a questo tema. Il nostro obiettivo è quello di intercettare nuovi trend, nuovi desideri, nuovi mercati, nuovi verticali. Stiamo lavorando su questa offerta dallo scorso anno proprio per presentarla quest’anno. La clientela attenta a questi temi proviene soprattutto dagli Stati Uniti, è rilevante sia in termini numerici che di ricchezza e hanno accolta la nostra proposta con entusiasmo. Altro mercato interessante è l’America Latina, con l’Argentina in primis, seguita dal Brasile. Anche l’Australia sta rispondendo con entusiasmo. Per quanto riguarda l’Europa registriamo un notevole interesse; partiamo dallo studio dell’albero genealogico per consentire di rivivere e scoprire la bellezza dei luoghi dei propri avi, insegniamo le tradizioni e il dialetto locale interiorizzando le proprie origini. Siamo certi di aver realizzato un prodotto in grado di avere successo sempre, anche apprezzato dalla Farnesina che abbiamo accompagnato in missione a RIO.

 Qual è la permanenza media di questi turisti?

Circa due settimane. Stiamo lavorando, su modello proposto da Portale Sardegna, su un turismo incentrato sul long stay. Un’opportunità per il nostro Paese.

Cossu: Il concetto alla base di questa nuova modalità è: vivi il turismo come un cittadino e non come un turista, da qui l’idea del progetto Sardinia Long Stay per intercettare quei flussi che oggi vanno prevalentemente alle Baleari. Ha come slogan “da turista di lungo periodo a cittadino di breve periodo”, i nostri ospiti sono accolti nelle comunità locali. Hanno dei nomi sardi, imparano il dialetto locale, la nostra cucina, vivono esperienze tipiche, come una giornata da pastore. Conoscono anche il Sindaco, che certifica il loro inserimento nella comunità con l’iscrizione nel Libro degli Amici della Comunità.

Quali i Paesi più interessanti per le attività di incoming, oltre al continente americano?

Puntiamo ad aprire una sede a San Paolo, Dubai e Pechino già quest’anno. L’anno prossimo prevediamo di essere presenti in Giappone ed in India. Il turismo esperenziale è una formula vincente in Europa, proprio per la sua originalità e perché parla a un pubblico che conosce l’Italia e capisce il valore dell’offerta. La Cina sogna l’Europa ma non conosce la differenza tra i vari Paesi, dobbiamo lavorare per intercettare questi turisti, il turismo cinese di qualità. Lo stiamo facendo attraverso le Ambasciate e con il supporto dell’Enit. Apriamo sedi nei Paesi di interesse proprio per avvicinarli alla cultura italiana, anche investendo in comunicazione locale.