Tecnologia, local expert e priorità alla sostenibilità: sono alcune delle leve su cui poggia il nuovo progetto strategico di Destionation Italia che posiziona la Società come “The First GLocal Travel Tech”. “Globalizzare con un approccio multicanale tutto ciò che è locale con un approccio strategico che parte dalle Destinazioni e con la tecnologia proprietaria quale strumento di efficientamento dei processi, rende Destination Italia The First Glocal Travel Tech”, commenta Dina Ravera, Presidente di Destination Italia. Un modello di business che sarà fondamentale anche per promuovere il nuovo piano di internazionalizzazione, spiega Massimiliano Cossu, amministratore delegato di Destination Italia. La società, che guarda al futuro e alla crescita della marginalità, ha recentemente annunciato anche l’acquisizione del 50,6% del capitale sociale di Il mio viaggio in Sicilia – Empeeria e ha lanciato la piattaforma B2C Charming Italy (www.charmingitaly.com) sul mercato americano, nel corso della trasmissione The View, il format in onda sull’emittente ABC recentemente classificato al primo posto per numero di spettatori totali tra tutti i talk show della rete, battendo molte trasmissioni di reti competitor. Il debutto di Charming Italy negli Stati Uniti sarà accompagnato da una campagna promozionale su tutto il territorio americano.

Il nuovo piano strategico di Destination Italia ambisce a dare vita alla First Glocal Travel Tech company. Quali gli obiettivi?

Ravera: La nostra idea di First GLocal Travel Tech ha in sé diversi principi, espressi già nel nome. La G di GLocal indica la nostra volontà di guardare all’estero nella sua interezza, una differenza importante con i nostri competitor che di solito di focalizzano su due Paesi stranieri. Ma intendiamo anche il nostro approccio, che vogliamo replicare a livello globale. L’Italia rappresenta un proof of concept, il primo paese sul quale stiamo fondando e sperimentando un’intera strategia, un modello replicabile in altri paesi partendo dall’Europa.

Con local, invece, intendiamo dire che il nostro approccio è destination driven: puntiamo sulle destinazioni nella loro unicità, autenticità e andando anche a promuoverle nel mondo. Un modello molto diverso da quello generalista, che non approfondiscono la conoscenza delle destinazioni, limitandosi a una promozione superficiale, che non punta sulla scoperta di nuove esperienze. Infine, c’è il riferimento al tech. La tecnologia rappresenta un elemento fondante. Investiamo ogni anno diversi milioni di euro sulla nostra piattaforma proprietaria proprio per costruire viaggi tailor made sulle necessità del cliente. Questo fa la differenza con la concorrenza nazionale e con quella europea.

Guardando invece alla crescita economica, quali gli obiettivi che vi siete posti?

Ravera: Dal 2020 abbiamo visto il valore della produzione crescere e passare dai 4 milioni del 2020 agli 8 del 2021 e ancora ai 28 del 2022, 55 milioni nel 2023: un ritmo di crescita serrato e importante. L’ultima semestrale ha registrato oltre 30 milioni di euro e il target del valore della produzione per il 2025 ha come obiettivo quello di attestarsi tra i 75 e i 90 milioni. Possiamo finalmente raggiungere una redditività rilevante, con effetti diretti sull’Ebitda. Dal prossimo anno, puntiamo a raggiungere un EBITDA range tra i 3 e i 4,5 milioni di euro. Per il mercato questo rappresenta un messaggio importante, comunichiamo ai nostri investitori che gli investimenti più importanti sono stati fatti e da qui in poi l’azienda raccoglierà quanto seminato in termini di Ebitda investendo in infrastrutture di base e generazione di cassa e valore.

Cossu: Il superamento di determinati livelli di transato favorisce l’economia di scala. Entro l’anno raggiungeremo obiettivi importanti, destinati a incidere sui KPI grazie al supporto di due driver importanti: la tecnologia e le azioni che stiamo portando avanti sui territori.

Quali le leve competitive?

Ravera: Abbiamo costruito in questi anni la capacità di muovere flussi enormi di passeggeri e tutto questo lo facciamo puntando su due leve fondamentali con marginalità più alta rispetto al tour operating. Il primo è il software as a service, siamo pronti a commercializzare la nostra piattaforma. L’abbiamo fatto già quest’anno, parliamo di un EBITDA margin che va dal 50 al 70%, il prossimo anno puntiamo a beneficiare del 30% in termini di Ebitda margin. L’altro elemento che beneficia del flusso di clientela di alto livello che riusciamo ad attrarre è il real estate advisoring. Privati e istituzioni locali ci stanno contattando per un supporto nella gestione di boutique hotel o per la creazione di destinazioni sul territorio. Questa attività ha una marginalità tre volte superiore a quella del Tour Operating.

Cossu: Un ruolo fondamentale è quello giocato proprio dalla tecnologia. La nostra Presidente è stata lungimirante nel voler investire sull’intelligenza artificiale oltre un anno e mezzo fa. Stiamo rilasciando tool capaci di generare efficienza e far apprezzare le potenzialità della nostra piattaforma anche all’estero.

Quale il contributo della tecnologia alla crescita?

Ravera: La nostra piattaforma, Hubcore.AI, è oggi leader nel mondo nel travel tech multicanale. Non serve solo il canale B2C o B2B, ma è uno strumento utile anche per il canale B2B2C, fa offerte mirate per le aziende, i loro dipendenti, i loro clienti o per le associazioni nel mondo. La piattaforma contribuirà alla crescita del nostro Ebitda, fortemente incentrata sull’intelligenza artificiale, la frontiera più avanzata nel mondo delle tecnologie. Strategici sono anche i contenuti, che noi valorizziamo attraverso i nostri local expert, capaci di fare la differenza rispetto a qualsiasi concorrenza, sia nazionale che internazionale, per la ricchezza del portafoglio che abbiamo di prodotto locale. Puntiamo a incrementare la rete di local expert da 50 a 200 unità.

Che ruolo svolge Destination Italia nei processi di rigenerazione urbana?

Ravera: Dialoghiamo con istituzioni nazionali e locali per contribuire a offrire una risposta concreta al tema dello spopolamento dei comuni minori, delle aree interne e delle isole minori. Abbiamo quattro campieri aperti, in Molise, Marche, nelle isole minori toscane e in Sicilia, per aiutare l’imprenditoria locale e le istituzioni locali a trasformare i loro territori in una destinazione da promuovere nel mondo. Un processo che passa anche per la scelta degli investimenti immobiliari da fare. Siamo gli unici in Italia a poter offrire questo supporto perché gestiamo l’intera filiera.

Destination Italia punta anche sull’internazionalizzazione. Quale il programma?

Ravera: Vogliamo raggiungere due obiettivi. Il primo è quello di diventare sempre più capillari e presenti con reti di distribuzione in loco, aprendo delle finestre sull’Italia direttamente presso il cliente grazie ai nostri Local Ambassador. Lo abbiamo fatto a New York, stiamo per farlo in Cina e Giappone, oltre che a Dubai e nell’America Latina. Il secondo è quello di proporre il nostro modello in altri Paesi, partendo dall’Europa.

Cossu: Gradualmente è nata la consapevolezza di avere asset scalabili con investimenti minimi che però ci consentono di aprirci ad altri mercati e altre destinazioni. Tra gli asset c’è sicuramente la tecnologia ma anche il nostro know-how, frutto di cinque anni di esperienza sul territorio e del nostro approccio destination driven. Altro aspetto fondamentale è il valore rappresentato dalla rete di clienti, abbiamo circa 1200 operatori affiliati che comprano vacanze in Italia attraverso noi. Questo ci consente di avviare un processo di globalizzazione multidestination. Siamo operatori con approccio bottom-up, che parte dalle destinazioni e offre lo stesso modello servizio che stiamo offrendo in Italia. In pipeline abbiamo la Turchia e la Grecia e poi certamente privilegeremo i paesi europei per realizzare pacchetti cross country per turisti che spesso affiancano all’Italia tappe in Svizzera, in Francia e in Spagna.

Quali le iniziative sul fronte della sostenibilità?

Ravera: È un tema che ho considerato strategico da subito e che ho portato al centro della strategia di crescita della società. L’anno scorso abbiamo compilato per la prima volta la dichiarazione non finanziaria, quest’anno puntiamo al raggiungimento di KPI ben definiti da sottoporre all’attenzione anche dei revisori. Anche la nostra filiera sta accrescendo l’attenzione verso questo elemento, investendo sull’ottimizzazione dell’uso dell’acqua, dell’energia, dell’economia circolare. Applichiamo i principi della sostenibilità anche nella nostra azienda. Favoriamo il turismo accessibile, abbiamo attenzionato più di 100 tipologie diverse di disabilità che vanno rispettate ma soprattutto conosciute e poi indirizzate con un’offerta di viaggio che sia dedicata a questo tipo di clientela. Siamo attenti alla gender equality, partendo dai nostri dipendenti. Abbiamo un numero di donne dirigenti più elevato di quello degli uomini. E poi guardiamo alla governance come allo strumento capace di supportare lo sviluppo di territori destinati a spopolarsi.