Dante Ravagnan a.d. 4AIM SicafMILANO (AIMnews.it) – “L’operatività si sta ampliando: da aprile abbiamo affiancato all’attività di investimento quella di advisory, quindi stiamo beneficiando del momento positivo dell’Aim Italia grazie ai Pir e grazie al fatto che molti investitori e aziende di media grandezza e ottima qualità stanno guardando con interesse a questo listino”. Così Dante Ravagnan, amministratore delegato di 4Aim Sicaf, organismo di investimento collettivo del risparmio (OICR), e punto di incontro tra investitori professionali e Pmi alla ricerca di capitali per finanziare la propria crescita.

L’Aim rimane un buon volano per la crescita?
Sì, sia per noi sia per il sistema Paese. La normativa sui Piani Individuali di Risparmio ha avuto gli effetti voluti: i capitali, che ci sono sempre stati, sono stati indirizzati a rafforzare finanziariamente le Pmi italiane.

Qual è stato l’effetto dell’Ipo per la vostra società?
A parte la raccolta di capitali, sicuramente la visibilità, anche se in parte già l’avevamo, operando come organismo di investimento e non come Pmi che si andava a quotare. In ogni caso, il fatto di essere quotati, vigilati da Banca d‘Italia e aver raccolto capitali da investire di sicuro ci ha portato vantaggi.

Le vostre strategie per il 2018?
Vogliamo aumentare la raccolta, ma in primo luogo approvare il progetto di bilancio: abbiamo fissato infatti all’8 marzo il CdA. Questo per poter mostrare sia i buoni effetti dell’attività di advisory e gli eccellenti effetti dell’attività di investimento su Aim, che hanno dato ottimi riscontri. L’obiettivo è fare in seguito un secondo round di raccolta, portando come esempio i risultati ottenuti finora.

Prevedete molte Ipo?
Sì, per il 2018 riteniamo vi saranno molte quotazioni sull’Aim Italia. Dopo un 2016 difficile, nel corso del 2017 l’attenzione sull’Aim è cresciuta anche per effetto dei Pir, e le convinzioni si sono poi rafforzate nel secondo semestre, anche alla luce delle performance realizzate. Tuttavia occorrono parecchi mesi per arrivare allo sbarco in Borsa: abbiamo visto parecchie quotazioni negli ultimi mesi del 2017, ma quindi tutte quelle aziende che hanno iniziato i “preparativi” per l’Ipo nel secondo semestre dell’anno arriveranno all’Aim nel corso del 2018. Quindi sì, abbiamo un outlook molto positivo per il nuovo anno.

Quali i settori più gettonati?
I comparti rimangono i soliti, energetico ed energivoro, digitale, cloud, ma come investitori non ci focalizziamo su pochi settori e vagliamo aziende di ogni comparto. Anche se capisco come il “digital” rimanga pur sempre il settore più attrattivo alla luce delle forti crescite attese. Discorso differente se guardiamo alla dimensione delle società che si vogliono quotare: stanno aumentando quelle di dimensioni maggiori, anche perché ormai sull’Aim si possono fare raccolte importanti. Ormai l’Aim, essendo diventato un mercato molto più interessante che in passato, attrae aziende sia piccole sia medio grandi.

Il ruolo delle Spac aiuta?
Le Spac sono in realtà un mondo diverso: l’obiettivo è comune, quello di portare in quotazione le Pmi italiane, ma la logica è differente. Anche perché per le spac grandi l’Aim è un mercato di passaggio: con una raccolta importante anche la target company sarà importante, quindi l’obiettivo è di passare all’Mta in tempi rapidi. Noi non investiamo nelle spac.

E in termini di multipli com’è l’evoluzione all’Aim?
Parecchie aziende che si vogliono quotare sono molto interessanti, ma il problema in alcuni casi è legato proprio al pricing. D’altra parte l’Aim è passato dai 2,6 miliardi di dicembre 2016 ai 5,2 miliardi di ottobre 2017. Questo ha portato a un aumento dei multipli e quindi a valutazioni più elevate in Ipo. Molte società sono valide, ma al tempo stesso poco interessanti per motivi di prezzo.

Come vanno i vostri investimenti?
I risultati finora sono ottimi: abbiamo scelto bene, ma la crescita del mercato ha senza dubbio aiutato. Abbiamo già fatto anche alcuni realizzi, ma senza rendere pubblici i dati. In alcuni casi infatti, alla luce dei rialzi di diversi titoli, abbiamo ridotto le posizioni prendendo parzialmente profitto, mantenendo in ogni caso una partecipazione in quanto crediamo negli investimenti effettuati.

Quanto siete investiti attualmente?
Siamo circa al 75%, abbiamo guardato le ultime Ipo – e infatti abbiamo investito in Dba – ora stiamo vagliando qualche aumento di capitale. Solo di società quotate, ovviamente, dato che non investiamo in società non quotate.

Viste le Ipo in arrivo la scelta si amplia molto per voi…
Diciamo che per le Pmi che puntano alla Borsa questo è il momento giusto. Il mercato c’è, i capitali e gli investitori istituzionali anche, le opportunità di crescita ci sono senza dubbio, e il governo ha anche varato gli incentivi per le Ipo. Gli imprenditori devono capire che è il momento di risolvere i problemi della sotto capitalizzazione delle imprese: la crescita di un’azienda passa per il mercato dei capitali e la governance di una società quotata.