MILANO (AIMnews.it) – Una capitalizzazione complessiva di circa 2,9 miliardi di euro e 77 società quotate.Cui si aggiungono 14 obbligazioni convertibili e 26 warrant. E’ questa la fotografia di fine 2016 dell’Aim Italia. Un mercato che si conferma quindi vivace: se la market cap del paniere è rimasta sostanzialmente invariata (era di circa 3 miliardi di euro a fine 2015), il numero di titoli quotato è cresciuto di cinque unità.

Gli ingressi sono stati 14, di cui due reverse takeover (Te Wind con Agatos e Casta Diva Group con Blue Note) e 11 Ipo (in ordine di quotazione: Energica Motor Company, Siti B&T Group, Abitare In, Smre, Industrial Stars of Italy 2, Dominion Hosting Holding, Solution Capital Management, 4Aim Sicaf, Vetrya, Innova Italy 1, Fope). A questi si aggiunge poi l’operazione di fusione con la spac Capital for Progress 1, con cui la trentina Gpi si è quotata all’Aim Italia il 30 dicembre scorso. Ma il listino delle Pmi è anche una rampa di lancio per il mercato principale: una società (Tecnoinvestimenti) ha già compiuto il salto, ma nel corso del 2017 altre seguiranno (tra le candidate si annoverano Triboo, Lu-Ve, Enertronica, Piteco, Plt Energia, Bio-On).

Il 2016 è stato un anno complicato per la Borsa Italiana e anche il Ftse Aim non ha fatto eccezione: il paniere che include le performance di tutte le società listate a fine 2015 era a quota 9.177 punti, un anno dopo ha chiuso a 7.746 punti, con un calo quindi del 15,6 per cento. Ma, anche se l’indice ha segnato un calo, come in ogni listino di titoli ad alta crescita, non mancano certo i titoli con performance elevate. Lo scorso anno due titoli avevano registrato un rialzo superiore al 100%, quest’anno la palma di best performer spetta alla software house greca Neurosoft (+80% circa), seguita da Plt Energia (+37%), Giglio Group (+27%) ed Elettra Investimenti (+21%).

Le società sono ad elevata crescita, ma si registra anche una sempre maggiore attenzione agli azionisti: se nel 2015 le azioni che avevano staccato un dividendo erano state 16 (cioè il 22,5% del listino), quest’anno sono il 50% in più, vale a dire 24, pari al 32% delle quotate (due titoli, Imvest e Methorios Capital, sono infatti sospesi). Del resto, ormai, parecchie “piccole” sono cresciute, e iniziano a spuntare le “big cap“. Sono sei le società che capitalizzano almeno 100 milioni di euro, a partire da Lu-Ve e Bio-On (220 milioni di market cap ciascuna), Masi Agricola e Rosetti Marino (140 milioni), Fintel Energia (116 milioni) e la spac Innova Italy 1 che sfiora quota 100 milioni.