Portobello cresce e consolida le proprie attività, puntando anche su settori sempre più specializzati. Nasce così la task force dedicata al comparto automotive, già attiva sul territorio nazionale. Inoltre, la Società romana si prepara a crescere in tutta Italia con un ambizioso progetto legato allo sviluppo del franchising, che ha riscosso grande successo anche grazie alle campagne pubblicitarie che hanno visto testimonial di eccezione, come Paolo Bonolis e Francesco Totti. “Siamo orgogliosi di quello che stiamo realizzando – spiega Roberto Panfili, Co-founder e Chief Operating Officer di Portobello -. Puntiamo ad accrescere in modo significativo il numero e la distribuzione capillare dei punti vendita in Italia, tra negozi diretti e franchising”.

In casa Portobello nasce la task force dedicata all’automotive, con quali obiettivi?

La task foce conta 30 consulenti strategicamente distribuiti sul territorio nazionale e può vantare già la chiusura di alcuni deal. Il nostro modello di business è anticiclico e, in un momento tanto complesso come quello attuale, aiuta le aziende a efficientare il magazzino. Offriamo la possibilità di svuotarlo, eliminando giacenze e invenduti, rivendendo la merce nei nostri punti vendita e offrendo in cambio visibilità e pubblicità sulle nostre riviste e sui nostri media.  Il comparto automotive è uno dei più colpiti dalla crisi legata al Coronavirus, abbiamo puntato su una specializzazione verticale per offrire una soluzione concreta che contribuirà al rilancio di questo settore. Al momento abbiamo allo studio soluzioni simili, relative ad altri comparti.

Tra le novità anche l’accordo con l’agenzia di pubblicità Manzoni. Quale il valore aggiunto?

La nostra divisione media sta affinando sempre più la propria offerta, puntando su verticali con target di clientela elevato. In questo contesto, Manzoni ci aiuta a migliorare la qualità dell’offerta barter, grazie all’esperienza di lungo corso.

Portobello è impegnata anche nel sociale. Quali i progetti in corso e gli obiettivi futuri?

Siamo orgogliosi del lavoro che stiamo facendo sotto il profilo dei risultati economici ma vogliamo essere virtuosi anche per l’impegno nel sociale. Il nostro ufficio sostenibilità ha recentemente chiuso un accordo con Burger King per la donazione di 5000 voucher, validi per un pasto completo omaggio, alle associazioni senza scopo di lucro Elemosineria Apostolica, Circolo San Pietro, Chiesa Nazionale Spagnola, Sorelle della Compagnia della Croce, Anidan Italia e Sanità di Frontiera. I voucher sono stati distribuiti a persone vulnerabili del territorio romano. A questa iniziativa, che rientra nel piano annuale di responsabilità sociale d’impresa, ne seguiranno altre nel corso dei prossimi mesi. Del resto, il nostro modello di business, incentrato sul ruolo chiave dei negozi di prossimità, è naturalmente proiettato verso il sociale.

A che punto è il progetto legato al franchising?

Dopo le campagne pubblicitarie, abbiamo ricevuto circa 600 domande e ora le stiamo selezionando. Il nostro obiettivo è arrivare ad un centinaio di punti vendita in Italia, tra negozi diretti e franchising. Da settembre inizieremo a comunicare le prime aperture di questi ultimi. Il nostro progetto convince perché offre utili a rischio zero, è innovativo e ha una proposta commerciale che piace. Moltissime domande sono arrivate dal Centro-Sud a testimonianza del fatto che c’è una sensibile voglia di riscatto e di crescita economica e sociale in questi territori, che trova nel nostro progetto una strada convincente.