MILANO (PMInews.it) – Secondo le stime di Banca d’Italia sono circa 2.800 le PMI non finanziarie con caratteristiche ampiamente idonee alla quotazione prima della diffusione della pandemia. L’Equity Gap delle PMI Italiane si traduce in un ridotto livello di patrimonializzazione, una forte dipendenza dal canale bancario e una forte incidenza dell’indebitamento a breve termine. La finanza può seguire il ciclo di vita di una società e il suo percorso di crescita, concretizzando una politica efficace per aumentarne la competitività industriale.

Per il 2024 IRTOP Consulting stima un numero target di società quotate pari a 211 e una capitalizzazione che raggiunge i 9,6 miliardi di euro, con un incremento legato alla capitalizzazione delle nuove IPO e ad una crescita dell’indice FTSE Italia Growth. I settori relativi ai nuovi collocamenti saranno rappresentati da HealthTech, Fashion/Luxury, AI e Industrial con una raccolta nel 2024 di circa 160 milioni di euro. Le variabili sulle quali è basata la stima riguardano l’impatto potenziale del credito di imposta in funzione della misura stanziata di 6 milioni di euro e la dimensione media della capitalizzazione delle nuove IPO, parametrata all’andamento dell’indice di riferimento. Nell’analisi si è inoltre tenuto conto del trend dei delisting (translisting sul mercato principale, OPA e delisting) dal 2017 ad oggi.

La comparazione tra le principali Borse Europee fa emergere la necessità di dare un impulso alle quotazioni in Italia per ridurre il gap sia in termini di numero di emittenti che di capitalizzazione. Permane quale ostacolo alla quotazione il relativo costo e il CDI sui costi di IPO si è dimostrato negli anni estremamente efficace. Considerato l’elevato numero di PMI nel tessuto imprenditoriale italiano, EGM ha le potenzialità per raggiungere le dimensioni che oggi esprimono mercati come AIM UK, con 722 società quotate per una capitalizzazione di 93 miliardi di euro ed Euronext Growth Paris, che conta 270 società per una capitalizzazione di oltre 20 miliardi di euro.

L’Osservatorio ECM ritiene fondamentale legare la misura del CDI sui costi di IPO alla necessità di far raggiungere al mercato EGM una dimensione in linea con quella delle principali Borse estere sia in termini di numero di emittenti che di capitalizzazione. È necessario che la misura diventi strutturale e che l’importo del CDI venga mantenuto in 500 mila euro, in linea con gli attuali costi di IPO; sulla base delle IPO del periodo 2018-2022 che hanno visto una media di N. 28 PMI annue, stimiamo una nuova misura complessiva non inferiore a 14 milioni di euro.

Il 27 febbraio 2024 il Parlamento ha approvato in via definitiva il “DDL Capitali” (LEGGE 5 marzo 2024, n. 21., «Interventi a sostegno della competitività dei capitali e delega al Governo per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali recate dal testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel codice civile applicabili anche agli emittenti.»). La Legge Capitali contiene numerosi interventi volti a promuovere l’ammodernamento del quadro normativo italiano e la rimozione di alcuni ostacoli alla domanda di capitali da parte delle imprese. Inoltre, delega il Governo ad adottare entro 12 mesi uno o più decreti legislativi recanti la revisione del D.lgs. 58/1998 (“TUF”) e delle disposizioni contenute nel codice civile applicabili alle società quotate. Gli interventi danno attuazione al Libro Verde su “La competitività dei mercati finanziari italiani a supporto della crescita” del Ministero dell’Economia e delle Finanze.