MILANO (AIMnews.it) – AIM Italia si è rivelato un mercato più dinamico rispetto al mercato principale:  nel  2019  è diventato il primo hub finanziario europeo – tra i mercati non regolamentati – per numero di nuove IPO, con il 26% del totale delle quotazioni, segnando in Italia un nuovo record con 35 nuove società, di cui 31 IPO e 4 ammissioni post business combination, anche per effetto dell’introduzione della misura del Credito di Imposta sui costi di IPO.

Nel 2019 il rapporto di IPO si è attestato a 8 società AIM per ogni società quotata su MTA. La raccolta di capitali nel 2019 è stata pari a 207 milioni di euro, di cui il 14% derivante da 1 SPAC (1,32 miliardi di euro nel 2018, di cui l’89% derivante dalle SPAC). Da gennaio al 23 luglio 2020, per effetto dell’emergenza Covid-19, le IPO hanno subito un rallentamento: AIM Italia ne registra 3 (18 società nello stesso periodo del 2019, di cui una SPAC e 3 ammissioni da business combination), con una raccolta pari a euro 30 milioni di euro (114 milioni di euro nel relativo periodo 2019, di cui 30 milioni derivanti da una SPAC).

Nell’azionariato delle società AIM Italia sono presenti 109 Investitori Istituzionali, di cui 25 italiani (23%) e 84 esteri (77%). L’investimento complessivo è pari a circa 570 milioni di euro, che corrisponde

a circa il 9% della capitalizzazione del mercato. Gli investitori italiani detengono un investimento pari a 305 milioni di euro (54% del totale), gli esteri un investimento pari a 265 milioni di euro (46%).

Il numero complessivo delle partecipazioni detenute è pari a 845, che corrisponde a una media di 7,8 partecipazioni per investitore. Il valore mediano della singola partecipazione è pari a 0,2 milioni di euro. Il 23% delle partecipazioni è detenuto in società con capitalizzazione compresa tra 16-30 milioni di euro e il 22% è detenuto in società con capitalizzazione compresa tra 31-60 milioni di euro.

L’analisi degli investitori per Parent Company mostra che i primi tre investitori su AIM sono Banca Mediolanum (69 milioni di euro investiti), Azimut Holding (61 milioni di euro investiti) e Julius Bär Gruppe (49 milioni di euro investiti).