nataliDante Ravagnan CIO 4AIM“C’è grande attesa sul mercato Aim per l’arrivo dei Pir, Piani Individuali di Risparmio introdotti a fine 2016 per canalizzare il risparmio verso le PMI italiane. Abbiamo già riscontrato un effetto positivo su quelle società AIM che hanno annunciato di essere diventate, o aver intrapreso i passi necessari per diventare PMI  innovative, poiché esiste un beneficio combinato in termini di capital gain e di agevolazioni fiscali per PMI innovative. Ciò favorirà sia il mercato secondario sia quello delle Ipo, tanto che siamo fiduciosi su un buon numero di quotazioni che potrebbero arrivare entro quest’anno”. Così Giovanni Natali, neo presidente e Dante Ravagnan, amministratore delegato di 4Aim Sicaf, organismo di investimento collettivo del risparmio (OICR), autorizzato da Banca d’Italia nel 2016 e costituito su iniziativa del socio promotore Ambromobiliare come punto di incontro tra investitori professionali e Pmi alla ricerca di capitali per finanziare la propria crescita. “Da parte nostra siamo pronti: abbiamo ancora una raccolta di capitale limitato, circa 6 milioni di euro, ma una delibera che ci consente di arrivare a 50 milioni di euro: convinti ora, più di quando siamo partiti, che ci saranno opportunità di investimento, sia sul mercato secondario sia su quello delle Ipo”.

Come vedete l’avvio dei PIR?
Ovviamente siamo molto positivi per questa nuova iniziativa del governo. Tuttavia risulta difficile ora quantificare quanto l’Aim beneficerà, anche se la raccolta degli asset manager nei primi mesi è stata decisamente elevata. Il mancato recepimento nella legge di un emendamento che era al Senato, e che imponeva di dedicare una quota prefissata degli investimenti liberi su mercati non regolamentati, porterà a diluire gli importi tra Aim, Star e il resto del listino. In ogni caso l’effetto su AIM italia è già visibile e i capitali su questo mercato non mancheranno.

E sul lato Ipo, cosa state rilevando?
I primi mesi del 2017, in termine di Ipo, hanno subito il trend sfavorevole dell’andamento borsistico. Tuttavia ora, tra l’andamento positivo dell’Aim e l’effetto PIR, siamo convinti che nella seconda parte dell’anno assisteremo a un numero interessante di Ipo, proprio perché il mercato si sta muovendo in una direzione diversa rispetto all’anno scorso.

Avete visibilità sul numero di Ipo dei prossimi mesi?
Nel brevissimo non molte, pensiamo a quattro o cinque entro l’estate e un boom nell’ultima parte dell’anno. Teniamo conto che una quotazione ha un periodo di circa sei mesi di “gestazione” e pertanto i tempi, per una società che si è mossa in questi mesi, slittano necessariamente a dopo l’estate.

Non c’è il rischio di un effetto bolla su Aim dovuto ai Pir?
In linea teorica sarebbe stato più probabile se fosse passato l’emendamento di cui parlavamo in precedenza. Nella situazione attuale, invece, abbiamo visto performance importanti di molte società, anche se a volte non giustificabili dai risultati attuali e attesi, ma è comunque un effetto classico della Borsa. Un interesse crescente degli investitori su titoli Small Cap da una parte potrebbe spingere gli emittenti a incrementare il flottante, o dall’altra, scenario preferibile, ad aumentare il capitale per l’ingresso di nuovi investitori e puntare sulla crescita.

In che settori operano le prossime Ipo?
Fondamentalmente saranno  società di servizi, con brand forti, focalizzate sul made in Italy e che operano in nicchie di mercato. Grande assente invece il settore metalmeccanico.

Altre vostre operazioni in pipeline?
Accanto alle Ipo operiamo anche sul secondario, con una continua analisi delle società quotate.

E per quanto riguarda l’aumento di capitale fino a 50 milioni da richiamare?Abbiamo tempo 24 mesi per realizzarlo, e finora sono passati circa 10 mesi. Abbiamo davanti poco più di un anno: ci stiamo impegnando per nuove operazioni, ma entro l’anno il target è raccoglierne circa la metà. Anche perché, se i Pir mantengono le promesse e aumenta la liquidità, avere 50 milioni in cassa sarà importante; nel caso contrario, invece, già raddoppiare la nostra attuale raccolta entro fine anno rappresenterebbe già un buon obiettivo.

Che tempistiche avete sui titoli in portafoglio?
Siamo investitori di medio lungo termine. E la società è troppo giovane per aver già realizzato exit importanti. Tuttavia siamo anche attenti all’andamento del mercato e, pur non potendo dare tempistiche su ingressi e uscite, aumentiamo o diminuiamo le nostre partecipazioni anche in base alle fluttuazioni di mercato e ai cambiamenti di prospettive.