Prosegue la crescita di Finlogic, la società attiva nel settore dell’Information Technology con soluzioni complete per la codifica e l’identificazione automatica dei prodotti. Il bilancio 2019, che non tiene ancora conto della principale acquisizione di STAF, finalizzata nei primi mesi del 2020, segna un incremento del 16% per i ricavi, a 33 milioni di euro, e del 13% per l’Ebitda, a 4,7 milioni di euro. “Ci proponiamo di essere aggregatori in un mercato nazionale molto frammentato – commenta Dino Natale, presidente e amministratore delegato di Finlogic -. Guardiamo con interesse al mercato spagnolo e puntiamo a consolidare la crescita con acquisizioni di grandi società”.

Crescita a due cifre per gli indicatori finanziari del 2019 di Finlogic. Che anno è stato?

I risultati confermano una crescita che si consolida, anche oltre le aspettative. Il valore della produzione tocca quota Euro 34,6 milioni, +17% e l’Ebitda, a Euro 4,7 milioni (+13% anno su anno), va a seguito. Questi risultati sono il frutto di crescita organica e delle sinergie create tra le diverse aziende del Gruppo. Per il terzo anno abbiamo scelto di distribuire un dividendo, un aspetto da non sottovalutare nella situazione particolare che ci troviamo ad affrontare e che rappresenta un elemento capace di creare valore, ricambiando la fiducia dei nostri investitori. I risultati 2019, infine, non tengono conto dell’apporto rilevante che arriverà dalla principale acquisizione che abbiamo portato a termine: Staf. È stata finalizzata nei primi mesi del 2020 ma possiamo affermare che Finlogic, in questo modo, rappresenta un Gruppo da 45 milioni di fatturato e 5 milioni di Ebitda. Traguardi che avevamo programmato e che abbiamo raggiunto.

Quali le linee guida per la crescita?

Il mercato italiano è particolarmente frammentato, quindi scalabile. Ci proponiamo di essere aggregatori. Il nostro progetto segue due linee di sviluppo: l’acquisizione di società che vanno a integrare le nostre attività, operano nel nostro settore, e investimenti in macchinari per accrescere la nostra capacità produttiva. Possiamo affermare che con l’acquisizione di Staf abbiamo raggiunto il duplice obiettivo con un’unica operazione. La società, infatti, porta con sé lo stabilimento produttivo di Piacenza. Nel 2019, complessivamente, abbiamo investito 2,5 milioni di euro per raggiungere i nostri obiettivi.

La diffusione del Coronavirus sta avendo effetti diretti sulle vostre attività?

I nostri stabilimenti produttivi sono operativi, le nostre attività rientra in quella considerate indispensabili. Tutto è rallentato ma questa fase apre anche a diverse opportunità. Cresce, ad esempio, la consapevolezza della necessità di fare rete, di aggregarsi. Produciamo e dialoghiamo con settori merceologici diversi, questo rende indispensabili le nostre attività, guardando al solo comparto salute o all’alimentare. I nostri stabilimenti sono stati sanificati, i dipendenti dotati di kit di sicurezza. In più, abbiamo istituito un Comitato Covid-19 e incrementato le scorte in magazzino di materie prime.

Finlogic guarda all’estero?

Abbiamo delle interlocuzioni in corso con realtà spagnole. Siamo già presenti nel Paese con attività commerciali ma il nostro obiettivo è quello di realizzare un polo produttivo. Vogliamo realizzare prodotti direttamente in Spagna, un mercato molto simile a quello italiano: frammentato e con un elevato consumo di carta pro capite. L’estero, oggi, rappresenta solo il 5% del fatturato, ma guardiamo con attenzione anche a Francia e Svizzera.