Crescita a due cifre per ricavi e marginalità Finlogic. I primi sono pari a Euro 43,4 milioni di Euro e registrano un incremento pari al +32% rispetto al 31 dicembre 2019 (33,0 milioni di Euro). A trainarli è la divisione “Etichette”, che registra una significativa crescita del 44%, ma tutte le divisioni registrano performance positive.  L’EBITDA, invece, è pari a Euro 6,6 milioni e registra una crescita del +40% rispetto al 2019 (Euro 4,7 milioni). “Agroalimentare, logistica, farmaceutico e healthcare sono stati i settori che hanno incrementato la richiesta di prodotti e servizi. La spinta è arrivata sia dal marketing, con l’acquisizione di nuovi clienti, ma anche dall’attività di cross-selling su tutti i clienti del Gruppo”, racconta Dino Natale, presidente di Finlogic.

Che 2020 è stato per Finlogic?

I risultati in crescita a doppia cifra sono in controtendenza con l’andamento generale del mercato: la manifestazione del fatto che il nostro settore risponde bene alle crisi. Il nostro business model si è dimostrato resiliente perché da sempre abbiamo diversificato la nostra offerta su un ampio numero di prodotti e soluzioni, oltre che di settori merceologici con i quali lavoriamo. Chiudiamo il 2020 in crescita, sia per i ricavi che per la marginalità. L’acquisizione di Staf ha inciso, a dimostrazione che le operazioni di M&A rappresentano una strategia di crescita. Una strada seguita anche nel 2020. C’è stata anche crescita organica, soprattutto nel secondo semestre. In Italia abbiamo consolidato la leadership di mercato nel settore identificazione automatica, con i sistemi di etichettatura. Il 2020 ha dimostrato che ci sono settori merceologici capaci di rispondere meglio di altri alle crisi ma, in generale, la nostra offerta globale si è dimostrata indispensabile per chi deve fare tracciabilità.

Quali i settori che hanno contribuito a questi risultati?

Agroalimentare, logistica, farmaceutico e healthcare sono stati i settori che hanno incrementato la richiesta di prodotti e servizi. La spinta è arrivata sia dal marketing, con l’acquisizione di nuovi clienti, ma anche dall’attività di cross-selling su tutti i clienti del Gruppo.

Quali altre attività hanno caratterizzato l’esercizio 2020?

È proseguita la riorganizzazione del Gruppo con effetti sulla marginalità: abbiamo accorpato i principali fornitori, siamo riusciti a ottenere condizioni migliori d’acquisto e con una politica finanziaria volta al pagamento cash, abbiamo avviato operazioni di fusione delle controllate. Abbiamo proseguito anche la politica dei dividendi, nonostante gli investimenti fatti siamo riusciti a generare liquidità: a dimostrazione del fatto che il nostro business è sano. Lo facciamo perché in IPO abbiamo annunciato la volontà di portare avanti questa politica e vogliamo puntare alla soddisfazione dei nostri investitori, per ripagarli della fiducia accordata.

Le acquisizioni saranno ancora un driver di crescita per la società?

Restano uno dei pilastri della nostra strategia di sviluppo. Siamo convinti di poter essere un polo aggregante in Italia nel settore dell’identificazione automatica. Anche in questo periodo ci stiamo muovendo in questa direzione e abbiamo diversi interlocutori con i quali ci stiamo confrontando. Mi auguro di poter annunciare una nuova operazione prima della metà dell’anno. È vero che le acquisizioni ci aiutano a crescere in termini di fatturato di Gruppo ma portano anche prodotti e soluzioni che arricchiscono la nostra offerta.

Il mercato italiano resta il principale riferimento?

Abbiamo anche un interlocutore spagnolo, Paese nel quale lavoriamo con un commerciale. Abbiamo sviluppato il mercato francese e quello olandese. Il mercato italiano, del valore di 700 milioni euro, resta un punto di riferimento perché offre ampi margini di crescita. L’effetto sorpresa dei risultati 2020 ha acceso l’attenzione di molti, far parte di un Gruppo ha molti vantaggi.

Quali previsioni per il 2021?

Molto dipende dai consumi. Abbiamo dirottato una parte del fatturato sui settori che nel 2020 sono cresciuti di più. Lavoriamo molto con il comparto fashion, che oggi registra un calo della domanda. Ci auguriamo che almeno per la seconda metà dell’anno anche questi consumi tornino a crescere, avremo maggiori linee di ricavo. Riattivare i nostri canali tradizionali porterà un notevole incremento del fatturato.