Il nuovo piano industriale di Neosperience si pone obiettivi ambiziosi. Questi i principali obiettivi economico-finanziari al 2025: ricavi totali a oltre € 45 milioni, EBITDA margin costante nel piano a circa il 30%, PFN cash positive € 2,8 milioni, Patrimonio netto a € 38,7 milioni e Capitale Investito Netto a € 35,8 milioni. Non sono solo numeri, la crescita poggia su una solida filosofia che punta ad affiancare le imprese nel processo di transizione digitale, senza perdere la centralità di elementi strategici, come l’empatia. “L’Europa può giocare un ruolo importante nella definizione di nuovi modelli di business e soluzioni applicative basati su intelligenza artificiale e machine learning, che cambieranno il modo in cui oggi lavorano le imprese. Non è così sul fronte tecnologico, dove un ruolo di primo piano è svolto dagli Stati Uniti mentre l’Europa è indietro. Anche per questo e per valorizzare il talento e la profondità di visione dei popoli europei Neosperience è pronta a offrire soluzioni innovative in uno scenario in piena trasformazione”, commenta Dario Melpignano, amministratore delegato di Neosperience.

Quali gli obiettivi di crescita di Neosperience?

Neosperience si propone di aiutare le aziende a elevare l’esperienza umana ai livelli dell’empatia, connettendo idee, tecnologie e talento per creare un futuro migliore. Un obiettivo che rappresenta la nostra stella polare, perché siamo convinti che proprio questo rappresenti quello che occorre oggi nel mondo digitale. La tecnologia deve essere al servizio delle persone e deve essere usata per rafforzare le relazioni con i clienti e i collaboratori. Oggi molte aziende privilegiano ancora l’efficienza a discapito dell’efficacia, siamo convinti che sia fondamentale concretizzare questa visione centrata sulle persone, sui loro bisogni, anche quelli profondi, seguendo tre pilastri fondamentali. Il primo è creare delle esperienze digitali autenticamente empatiche. Il secondo far evolvere l’organizzazione e i processi aziendali e il terzo è dare vita a nuovi modelli di business che siano al contempo innovativi e sostenibili. Lo facciamo usando l’intelligenza artificiale e il machine learning. In questo scenario di grande complessità è fondamentale aiutare i nostri clienti a usare al meglio la tecnologia per far crescere il loro business e, quindi, guidare l’evoluzione dei modelli di business, accelerare l’innovazione e la crescita con soluzioni che siano contemporaneamente all’avanguardia per la customer experience e gli altri processi aziendali. A partire dal 2020 circa, la tecnologia ha iniziato un percorso evolutivo tanto rapido da mettere in crisi il sistema realizzato dai grandi operatori digital che si erano affermati a inizio 2000, affiancando quelli della system integration. Oggi i grandi operatori cloud hanno accelerato l’evoluzione delle piattaforme tecnologiche, dando l’opportunità a nuovi operatori come Neosperience, che si concentrano sulle soluzioni applicative, di creare molto valore per i loro clienti: è qui che vogliamo posizionarci.

Gli Stati Uniti sono tra i protagonisti della trasformazione digitale, che ruolo giocano nella strategia di crescita di Neosperience?

Sono fondamentali, ma credo che sia stata data poca enfasi a quello che è un posizionamento sostenibile dell’intelligenza artificiale. L’innovazione rappresentata dai cosiddetti Large Language Model e dall’intelligenza artificiale generativa rappresenta un’opportunità di sviluppo incredibile per il nostro paese e per l’Europa tutta, a patto di avere l’umiltà di accettare che l’Europa avrà l’occasione di costruire modelli applicativi originali e unici, ma non quella di mettere in discussione i building block dell’intelligenza artificiale, che per il mondo occidentale sono realizzati negli Stati Uniti. C’è uno sforzo parallelo imponente rappresentato da quello che sta facendo la Cina, ma l’Europa è in buona sostanza al margine di questo tipo di innovazione sul fronte tecnologico. Diverso quindi il discorso sul fronte applicativo, dove ci viene offerta un’occasione importante di verticalizzare le nostre soluzioni. È il caso di Neosperience Cloud, che stiamo specializzando nei diversi settori industriali con l’obiettivo di risolvere dei problemi in modo specifico, tenendo conto delle peculiarità dei diversi settori stessi. I più significativi sono certamente il mondo della moda, del lusso, del retail, dell’industria manifatturiera, dell’healthtech e del legaltech. In questi ultimo due ambiti abbiamo dato vita a spin-off di grande interesse. Pensiamo che la specializzazione sarà la chiave dello sviluppo della nostra azienda negli anni a venire. Occorre prestare molta attenzione, in un momento storico come questo, e stare vicini alle persone che lavorano nelle aziende e ai loro bisogni per costruire delle risposte specifiche che facciano tesoro di quello che la tecnologia mette a disposizione e non illudersi più, come nel caso di tante piattaforme estremamente verticali, che con un singolo prodotto, scalando a livello anche globale, si ottenga necessariamente un buon risultato.

Nei prossimi anni accadranno due cose: da una parte l’intelligenza artificiale e il machine learning riusciranno a potenziare in modo molto significativo dei processi che sono già diffusi all’interno delle aziende, dall’altra cambieranno in maniera molto profonda i paradigmi del lavoro e di come le aziende operano in tutto il mercato. Siamo pronti a offrire risposte a queste innovazioni, anche se è impossibile decifrarne la portata in modo preciso. Presteremo grande attenzione alle trasformazioni per reagire in modo tempestivo agli stimoli.

A quando l’IPO negli USA?

Abbiamo avviato questo processo con la nostra controllata ma ci vorrà ancora un po’ di tempo. L’opportunità è immensa perché soltanto in Italia la mancata attuazione di investimenti in innovazione nella sanità ci è costata tra i 10 e i 15 miliardi di euro all’anno. Con il Covid si è assunta una consapevolezza nuova e abbiamo creato i primi modelli di machine learning che permettevano di discriminare le polmoniti bilaterali di natura batterica da quelle di natura virale. Ci siamo resi conto che la sanità, con i suoi costi, non era più sostenibile ed era tempo di scegliere strade nuove, più efficaci, più economiche. Tutta concentrata sulle singole patologie, disaggregate, crediamo manchi al mondo della sanità una reale focalizzazione sul benessere delle persone e noi vogliamo aiutarle a vivere più felicemente, in salute e più a lungo. Un risultato raggiungibile abbattendo al contempo i costi della sanità.

Oltre agli Stati Uniti, quali sono i mercati a cui guardate?

Il mercato di lingua tedesca, la Francia e la Spagna sono molto interessanti. Anche l’Est Europa rappresenta un’opportunità soprattutto per accelerare l’onboarding di imprese e di talenti. Stiamo studiando la Cina e sono convinto della necessità di rafforzare questa linea di attività che consiste nell’aiutare le aziende europee a vendere i propri prodotti in questo Paese e viceversa. Non c’è miglior antidoto alla guerra del commercio.