Il Covid-19 ha rappresentato una sfida per tutti i settori produttivi, anche per il mondo dell’editoria e più in generale dei media. Verticalizzazione e specializzazione, ancora una volta, si sono dimostrate le armi vincenti di BFC Media, la media e digital company italiana che ha chiuso una Semestrale in crescita al 30 giugno 2020. I ricavi consolidati hanno raggiunto 4,94 milioni di Euro che, dedotte le partite infragruppo, si attestano a 4,56 milioni di Euro, con una crescita dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. L’EBITDA cresce a 714.938 Euro (16,1% dei ricavi ) e l’utile prima delle tasse è di 255.496 Euro.

“Siamo al lavoro su circa cinque, sei progetti – spiega Denis Masetti, presidente BFC Media -, che ci consentiranno di crescere ulteriormente nei prossimi mesi. Nonostante la crescita costante, il mercato continua a sottovalutare il nostro titolo. A pesare è l’andamento del comparto e le dimensioni della nostra società, ma si tratta di un atteggiamento miope, come dimostra il trend positivo che caratterizza ricavi e marginalità della società dalla quotazione a oggi”.

Come giudica i risultati della Semestrale?

Sono risultati molto positivi, in linea con il trend di crescita della società e soprattutto rapportati allo scenario economico che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno. Eventi fisici e vendite presso le edicole hanno registrato, in modo inevitabile, un calo, ma abbiamo puntato sulla diversificazione. Abbiamo potuto farlo perché avevamo la possibilità di puntare su brand forti, come Forbes, e perché abbiamo scelto di lavorare sul target di riferimento.

Quanto conta la specializzazione nel mondo dei media?

Solo i leader di mercato possono essere generalisti e puntare su una comunicazione indifferenziata. Selezionare il proprio target di riferimento e puntare su brand riconoscibili e settoriali sono gli elementi capaci di fare la differenza nel determinare il successo di un progetto editoriale. Oltre al fatto, che non basta più puntare su una singola rivista o un quotidiano. Progetti integrati, declinati verticalmente, sono i più adatti al mercato attuale.

Quanto conta questa questo nuovo modello di offerta?

Richiama investimenti, è il modello vincente. Puntare su nicchie di mercato è importante. Negli ultimi anni lo abbiamo fatto con Cosmo, che ha aperto una finestra sulla space economy, con Bike, dedicato alla smart mobility, e Trotto & Turf, dedicato al mondo dei cavalli e al betting. Proprio su questo fronte stiamo lavorando a una app dedicata al mondo delle scommesse online, che riguarda circa 10 milioni di potenziali utenti. È fondamentale capire che un progetto editoriale, oggi, necessità di molteplici declinazioni, partendo dall’incontro con la tecnologia.

Cosa ha insegnato il Covid-19 a BFC Media?

Ci siamo resi conto di poter contare su un modello di business resiliente. Un modello capace di affrontare le sfide future. Un motivo di rammarico, però, c’è ed è generato dalla valutazione del nostro titolo. Siamo fortemente convinti di essere sottovalutato, ci sono anche recenti equity research che lo dimostrano. A pesare sulle valutazioni è di certo il settore di appartenenza, il mondo dei media è considerato rischioso ma perché spesso legato a vecchi modelli, ma anche le dimensioni della nostra azienda, ancora piccola. Fattori che troppo spesso mettono in ombra la crescita costante di ricavi e marginalità che abbiamo registrato dalla quotazione.