MILANO (AIMnews.it) – In cinque anni numeri da record per AIM Italia. Dal 2014 al 2019 il numero delle quotate passa da 57 a 113, la capitalizzazione di mercato triplica (da 2,0 mld di euro nel 2014 a 6,8 mld di euro nel 2019), la capitalizzazione media cresce del 37% (da 27 mln di euro a 37 mln di euro) e aumenta la dimensione media (calcolata sulla base dei ricavi) delle società (da 28 mln di euro a 40 mln di euro), con una costante diversificazione settoriale. È quanto rileva l’Osservatorio AIM Italia di IR Top Consulting.

Nello stesso periodo è cresciuto il numero di investitori istituzionali (dai 63 nel 2014 ai 108 nel 2018), così come la quota di investimento detenuta dagli internazionali, che è passata dal 39% a un significativo 52%, mentre è aumentato anche il flottante medio post IPO (dal 24% al 30 per cento). I dati sono stati presentati presso la sede di Milano dello Studio legale DLA Piper, nel corso dell’evento, realizzato in collaborazione con PMI Capital, “Sviluppo e quotazione delle PMI. Il ruolo degli incentivi fiscali per la crescita”.

“Gli incentivi fiscali sui costi di quotazione per le PMI rappresentano un elemento di traino alla crescita delle IPO su AIM che lo scorso anno ha visto 26 nuove quotazioni di cui 19 società e 7 SPAC, per un totale complessivo di 1,32 miliardi di euro raccolti – commenta Anna Lambiase, fondatrice e CEO di IR Top Consulting -. Il tema della liquidità su AIM va interpretato alla luce degli scambi che caratterizzano anche le small Cap su MTA, infatti i dati medi di controvalore giornaliero delle società di piccola capitalizzazione post PIR convergono verso medie simili nei due mercati con circa il 10% delle società AIM che registra una liquidità superiore alle small Cap MTA”.

“Le cosiddette misure di finanza per la crescita delle PMI – dichiara Antonio Longo, avvocato DLA Piper – oggetto peraltro di alcune proposte di Assolombarda nel recente libro bianco su “Credito e finanza per la crescita delle imprese”, possono essere declinate attraverso interventi che agevolino, con l’ausilio della leva fiscale, gli investimenti in fondi di Venture Capital e le iniziative degli equity investor e delle persone fisiche durante il processo di quotazione e nell’ottica della permanenza sul listino, oltre che mediante investimenti agevolati in “capitale umano” qualificato, focalizzandosi sulle figure chiave per le funzioni finanziarie (CFO) e manageriali dell’impresa, nel contesto della ridefinizione della nozione di PMI in ambito UE”.

“Maggiore attenzione meriterebbe – afferma Christian Montinari, commercialista e partner dello Studio legale DLA Piper – anche la fase di pianificazione legale e fiscale del patrimonio imprenditoriale nella fase che precede l’accesso al credito e al mercato. Cruciale in questa direzione è anche lo snellimento dei costi burocratici e dei formalismi per accedere agli incentivi fiscali e finanziari e la valorizzazione di misure fiscali che incentivino gli investimenti a medio-lungo periodo”.