MILANO (AIMnews.it) – Nel giorno in cui si tiene l’AIM Conference a Londra, nella quale 25 società si presentano agli investitori inglesi attraverso incontri one-to-one, emerge come l’AIM Italia resista alla volatilà meglio dei listini principali. A determinare questa capacità sono un insieme di caratteristiche illustrate nell’articolo del Sole24Ore, a firma di Lucilla Incorvati, che si sofferma proprio sull’analisi delle tipicità del listino dedicato alle PMI eccellenti, con voglia di crescere. “In un confronto trimestrale Aim Italia è sceso del 6%, rispetto a un – 11% del Midex e a un – 14% del Mib- e questo accade perché è un mercato prevalentemente fatto da investitori istituzionali, decisamente più decorrelato dal ciclo – sottolinea Anna Lambiase, Ceo di IR Top Consulting – Chi investe su queste società non compra e vende ma tende a restare nel segmento fino alla realizzazione del piano industriale annunciato in fase di Ipo. Per questa ragione Aim non è un mercato per un pubblico reatil: servono consapevolezza, informazioni ma soprattutto conoscenza delle dinamiche industriali anche perché ci si espone ad un rischio più elevato, tipico delle small cap”.

L’AIM è una palestra per avvicinarsi al mercato dei capitali. “Essendo un mercato per la crescita, è nel Dna di Aim quella di favorire quando ricorrono i requisiti (una capitalizzazione di almeno 40 milioni e un flottante del 25% o 35% a seconda del caso) per passare sui mercati Mta o Star – aggiunge Lambiase – ed è quanto alcune società hanno fatto con evidenti effetti sul titolo. Un esempio per tutti è Piteco, passato qualche settimana fa su Mta. E poi vorrei sottolineare un’altra caratteristica dell’Aim, vale a dire l’elemento dell’aggregazione, prodromico alla crescita delle società. Un esempio è Costamp Group che non è altro che il risultato di un reverse take over, quindi di un’aggregazione nata proprio su listino Aim volta alla crescita”.