La crescita di Relatech, Digital Enabler Solution Knowledge Company e oggi sempre più una realtà di riferimento per l’innovazione delle imprese italiane, passa nel 2022 per il comparto industriale. L’importante trasformazione in atto del tessuto produttivo chiama le aziende ad adeguarsi per adottare tecnologie capaci di trasformare il proprio business model ed è fondamentale scegliere il giusto partner capace di guidarle in una vera e propria innovazione digitale. Se il paradigma dell’Industria 4.0 ha caratterizzato il dibattito degli ultimi anni, la pandemia e i pilastri del PNRR rendono fondamentale agganciare la rivoluzione. Le ultime acquisizioni consentono al Gruppo Relatech di essere protagonista di questa nuova stagione, aprendo al tempo stesso nuove occasioni in ambiti che spaziano dall’agrifood al metallurgico.

Tra le ultime novità, la collaborazione tra la controllata Gruppo SIGLA e il CNR-IAS (Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino) per lo sviluppo di un’innovativa soluzione per il monitoraggio ambientale, capace di sfruttare le moderne tecnologie Internet of Things e impianti sensoristici basati su tecnologia LoRaWAN. Una collaborazione che ha permesso di installare diversi sensori sulla struttura di ricerca permanente W1-M3A, tra i più importanti osservatori del “deep ocean”.

La collaborazione tra Gruppo e CNR testimonia l’attenzione del Gruppo ai temi della sostenibilità. Quali gli aspetti più rilevanti?

Il nostro business model si fonda sull’open innovation, dove le attività di ricerca e sviluppo sono fondamentali. Tendiamo a svolgere progetti di ricerca con risvolti sull’ecosistema, soprattutto in campo agrifood, dove vogliamo investire, o ambientale. Il Gruppo Sigla ci consente di essere in prima linea, grazie all’esperienza consolidata in ambito trasporti, che la rende protagonista di molti progetti relativi alle smart city. Si tratta di  iniziative basate su sistemi di monitoraggio di parametri ambientali, con il ricorso alle più innovative tecnologie basate sull’applicazione di sensori.

La collaborazione con il CNR ci vede attivi sul fronte del cambiamento climatico, per noi una nuova area di azione. Abbiamo dimostrato che anche qui, grazie al ricorso all’IoT e monitoraggio della qualità dell’ecosistema marino, è possibile intervenire preventivamente. È emersa, ancora una volta, una difficoltà importante, che caratterizza anche il mondo dell’industria: la difficoltà a reperire i dati. È proprio da qui che bisogna partire per analizzarli e tradurre in risposte i risultati ottenuti da big data, IoT, intelligenza artificiale, ed è proprio da qui che vogliamo partire per accompagnare il mondo industriale in una trasformazione radicale. L’accordo preliminare per l’acquisizione di EFA Automazione, ad esempio, va in questa direzione: la Società è leader nella connettività e nella promozione di prodotti e soluzioni per trasformare le macchine in chiave 4.0.

EFA consolida la nostra leadership, consentendoci di costruire un hub di competenze e soluzioni. È una realtà di dimensioni importanti ed è nota grazie alla presenza sul mercato da oltre 30 anni. L’esperienza maturata da questa realtà ci consentirà di far comprendere al mercato che la digitalizzazione è un processo che deve partire dalla base, dalla raccolta dati. EFA, inoltre, è rivenditore esclusivo, in Italia, di servizi e soluzioni di parti terze, spesso statunitensi, e questo ci consente di differenziarci rispetto all’offerta degli altri player.

Il nuovo modello di impresa implica una trasformazione culturale, come agirete?

Stiamo ragionando sulla strategia migliore per proporre le nuove soluzioni. È fondamentale fare education, proprio come accaduto con gli argomenti legati alla sicurezza informatica. Il tema della raccolta dati è senza dubbio di carattere culturale, basti pensare alla profonda differenza tra la realtà USA e quella italiana. Negli Stati Uniti, infatti, c’è una maggiore consapevolezza.

In quali ambiti ambite a crescere di più?

Guardiamo con interesse a tutti i comparti industriali. Crediamo che la scelta migliore sia puntare a quei comparti considerati eccellenze del made in Italy, penso all’agrifood, al metallurgico, al fashion o al farmaceutico. Sarebbe l’occasione per affermarci quale punto di eccellenza per le tecnologie made in Italy. Inoltre, vogliamo consolidarci in quei territori, come la Liguria, la Lombardia e l’Emilia Romagna, dove siamo presenti fisicamente, per garantire ai clienti l’assistenza migliore.

Puntate a nuove acquisizioni?

Ci siamo quotati nel 2019 e ora siamo un’azienda del tutto diversa, non solo a livello di numeri ma anche di posizionamento e struttura, anche come conseguenza delle acquisizioni stesse. Stiamo cercando di costruire un gruppo omogeneo ma senza perdere l’identità delle singole realtà. La nostra priorità, quindi, è consolidare il percorso fatto, ma non escludiamo a priori di valutare occasioni che ci consentano di rafforzare la nostra offerta. In particolare, target in linea con le cinque linee di sviluppo di Relatech: IA, cloud, sicurezza informatica, big data e IoT, digital customer experience.