Con l’acquisizione di BTO, Relatech compie un importante passo avanti nella strategia di crescita e si prepara a lanciare la nuova offerta di servizi, denominata Digital Renaissance, basata sull’integrazione di servizi che guardano oltre la tecnologia. Il nuovo gruppo, infatti, sarà in grado d’integrare progetti di change management e di advisory strategica alla già consolidata proposta di digital transformation del Gruppo Relatech. Al 31 dicembre 2021, BTO registra un fatturato consolidato pari a c. euro 20 milioni con un EBITDA adjusted per costi di natura straordinaria non ricorrente pari a c. Euro 3,5milioni, un utile pari a Euro 1,02 milioni ed una PFN pari a Euro 1,2 milioni.

Qual è il valore aggiunto dell’acquisizione per Relatech e BTO?

Lambardi: L’ultima acquisizione fatta dal nostro Gruppo con BTO, rappresenta un passo in avanti per la nostra strategia che si propone di affermarci come digital enabler Company per tutte le aziende che vogliono far evolvere il proprio business model e che vedono nell’innovazione digitale una valida arma per la crescita del prossimo futuro. Come Gruppo, anche guardando alle varie acquisizioni che abbiamo fatto nel corso degli anni, ci siamo sempre orientati verso la tecnologia digitale, ma un nostro punto di forza fondamentale consiste nel saper “ascoltare” e supportare le aziende. Attraverso anche un approccio di Open Innovation, siamo in grado di comprendere le esigenze del singolo cliente per personalizzare tutti i servizi e le soluzioni, alle sue esigenze e struttura. La tecnologia è un acceleratore per favorire la trasformazione del business model, ma va modellata su esigenze specifiche. BTO potenzia proprio la divisione di advisoring consulenziale legata alla conoscenza e al supporto dei modelli operativi e di business dei clienti e per questa ragione l’ingresso nel Gruppo assume un’importanza strategica davvero rilevante. BTO Research, inoltre, rafforza ulteriormente le collaborazioni con il mondo universitario che per il Gruppo sono parte integrante della strategia. BTO è, infatti, un ponte con il mondo accademico, non solo perché nati da uno spin-off universitario ma perché in grado di collegare mondo della ricerca applicata e dell’impresa guardando agli obiettivi di business, acquisendo credibilità nei confronti degli interlocutori, in particolare delle grandi aziende multinazionali pronte ad abbracciare la digital transformation. Inoltre, nel nostro settore è fondamentale e spesso estremamente difficile attrarre talenti e mettere a fattor comune le diverse competenze di ognuno, e BTO, con un’età media molto giovane (inferiore ai 30 anni) e 300 dipendenti, continua a farlo da oltre 15 anni e contribuirà a supportare il gruppo anche su questi temi.

Infine, l’acquisizione consolida il percorso di internazionalizzazione intrapreso da Relatech. Infatti BTO è presente all’estero in aree di grande interesse per noi con sedi in Lussemburgo, Austria e Germania e siamo certi che questo ingresso ci permetterà anche di accelerare la crescita sui mercati internazionali.

Per Relatech le acquisizioni sono partnership industriali, e siamo quindi felici di sapere che anche BTO ha visto nel nostro Piano Industriale un progetto valido, utile per la crescita di entrambi.Marra: Abbiamo scelto Relatech. In un percorso iniziato lo scorso febbraio, abbiamo conosciuto tante aziende potenzialmente interessate alla nostra realtà ma cercavamo un progetto e una visione diversa, un percorso da costruire insieme unendo le competenze di ognuno. Questo è quello che abbiamo trovato nel Gruppo, con cui abbiamo visto la possibilità di continuare a lavorare su un nuovo modello di adozione tecnologica, che posizioni sempre più la persona al centro di ogni scelta. Relatech e BTO hanno una fortissima sinergia sia in termini di mercato, sulle grandi aziende, in Paesi come l’Austria e la Germania, e sulle PMI, spina dorsale dell’economia italiana e sia a livello di offerta dove ora possiamo offrire servizi completi ai nostri clienti. Guardiamo all’acquisizione come a una vera e propria integrazione e un importante lavoro di squadra.

Come nasce BTO?

Marra: Ho conosciuto BTO durante il percorso universitario, perché nata proprio all’interno dell’Università. Sono entrato in azienda nel 2010, contava poco più di 10 persone. Da sempre una realtà per persone pronte a mettersi in gioco, su cui investiamo continuamente. Le persone e la loro energia sono il vero motore di BTO.

Dal 2010 abbiamo dato una spinta importante alla crescita, quasi del 100% ogni anno e in poco tempo siamo passati da 10 a 50 persone e abbiamo iniziato un percorso di espansione sul territorio nazionale e internazionale. La prima sede aperta è stata quella di Roma, nel luglio 2010. Da lì è iniziato il percorso di internazionalizzazione, con la complicità di aziende internazionali che necessitavano di nostri servizi in Lussemburgo, e l’apertura poi di una nuova sede italiana, a Torino, per esser vicini a un altro cliente importante. Abbiamo replicato poi l’esperienza italiana sul mondo austriaco e tedesco, nel 2013 abbiamo aperto a Monaco di Baviera e un anno dopo in Austria. I ricavi esteri rappresentano ad oggi circa il 30% del fatturato complessivo.

È stata una crescita costante, non solo economica ma anche di reputazione e credibilità. Abbiamo vinto il Premio dei Premi nel 2015 e nel 2018 siamo entrati nel programma Elite di Borsa Italiana.

BTO consente di fare passi avanti nella strategia di internazionalizzazione?

Lambardi: Sia l’ingresso di Venticento, con sedi a New York e Hong Kong, che quello di BTO ci permettono di riprendere il percorso di internazionalizzazione, che la pandemia ha rallentato. L’Italia resta una priorità perché siamo certi di avere ancora ampi margini di crescita, soprattutto grazie all’integrazione dei servizi che le acquisizioni comportano. L’asse austriaco-tedesco e l’Europa in generale rappresentano mercati di grande interesse e siamo certi che la nostra offerta potrà essere accolta con favore. A spingere l’internazionalizzazione è anche la nostra clientela, orientata all’export