Pasquale Lambardi_fotoTra i protagonisti della trasformazione digitale italiana c’è Relatech, digital solution company nata nel 2001, approdata a Piazza Affari a fine giugno. Con la quotazione prende il via la terza fase di sviluppo della Società fondata a Milano da giovani ingegneri informatici, che oggi vanta partnership del calibro di Ibm, Microsoft, Oracle  e un fatturato di 14 milioni di euro. “Il nostro obiettivo – racconta Pasquale Lambardi, Presidente e Co-Fondatore di Relatech – è quello di affermarci sempre più quale player digitale di riferimento, ricambiando la fiducia degli investitori che hanno accolto con entusiasmo le nostre idee”.

Qual è il business model che ha favorito la crescita di Relatech?

La nostra azienda nasce nel 2001 come software house, un’azienda  che da sempre ha puntato sullo sviluppo verticale del proprio business. Una scelta che si è dimostrata vincente. La storia di Relatech può essere suddivisa in tre fasi: la prima, dal 2001 al 2007, è il periodo di lancio in cui ci siamo focalizzati sull’offerta di servizi per settori che vanno dal fashion al pharma; la seconda è quella che vede Relatech collaborare e siglare partnership con vendor di grande importanza – come IBM, Oracle, Microsoft – e spinoff universitari – come Ithea – con i quali la collaborazione è andata ben oltre, fino all’acquisizione. Dal 2014 al 2019, invece, siamo cresciuti attraverso acquisizioni che ci hanno aperto nuove opportunità anche in ambito digital marketing, portando a una crescita di fatturato da 3 a 14 milioni di euro. Con la quotazione prende il via una nuova fase della nostra storia, ci auguriamo di imprimere un’accelerazione ulteriore al nostro sviluppo.

Quale strategia adotterete per la crescita futura?

Continueremo sulla strada già percorsa, favorendo lo sviluppo per linee verticali anche attraverso partnership e acquisizioni. Il nostro proposito è quello di rafforzarci e crescere sul mercato nazionale ma con la consapevolezza che, anche grazie alle partnership di altissimo livello siglate in questi anni, possiamo provare a disegnare un ruolo di primo piano anche all’estero. La crescita internazionale, pur non rappresentando una priorità nell’immediato, è di certo uno degli obiettivi che ci proponiamo di perseguire sul lungo termine.

A che punto della rivoluzione digitale è l’Italia?

Siamo ancora all’inizio di questo percorso. Si parla da tempo di innovazione e digitale ma fino a poco tempo fa si trattava di termini chiusi nell’ambito della ricerca. Oggi, invece, le imprese stanno realizzando che investimenti in questa direzione sono di vitale importanza e non rappresentano un costo ma una leva strategica. Il mercato diventa ricettivo, rispetto alla fase iniziale del nostro percorso stanno cambiando anche i nostri interlocutori.

Qual è la priorità per le imprese in un contesto economico in trasformazione?

Le aziende devono fare uno sforzo per cambiare il proprio business model e facilitare il rapporto tra metodologie lavorative e produttive tradizionali e nuove. Ad esempio nel mondo retail,  Esistono strumenti, grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che migliorano la conoscenza del consumatore e delle sue esigenze, un’opportunità da non perdere per le imprese. Passa da qui la nascita di un nuovo modello di impresa.

 

Quali sono gli obiettivi della quotazione?

La quotazione è la strada che abbiamo scelto per raccogliere fondi attraverso l’apertura del capitale a investitori pronti a credere nel nostro progetto, con l’obiettivo di accelerare il nostro piano industriale. Inoltre, Piazza Affari ci ha offerto una grande visibilità. Siamo ancora all’inizio di un percorso che favorirà l’incontro e il dialogo con nuovi interlocutori. È una fase nuova che sta trasformando la nostra impresa e che stiamo affrontando anche grazie alla preziosa assistenza di advisor specializzati.