Relatech è sinonimo di innovazione. Un punto di riferimento per i principali player internazionali del mondo dell’ICT, che ha saputo ritagliarsi spazi importanti in diversi ambiti di mercato, dal medicale all’industriale. E oggi è pronta a continuare a crescere sia per linee interne sia per linee esterne, puntando al consolidamento della rete di partnership di business e scientifiche, partendo dalle Università italiane, e attraverso l’acquisizione di nuove realtà con expertise tecnologiche verticali

Nel 2020 Relatech amplia il numero di clienti (che cresce del 15% anno su anno) e il valore della produzione (nel 2020 si attesta a 24,3 milioni di euro, con un incremento del 13% rispetto al 2019). Sono i frutti della 3M Strategy, ma non solo. A trainare i risultati della società, in un anno complesso per l’economia internazionale, anche “la capacità di diversificare l’offerta e i mercati”, spiega Pasquale Lambardi, presidente e amministratore delegato di Relatech.

Una crescita che non si arresta nel primo trimestre 2021: i ricavi delle vendite si attestano a Euro 5,6 milioni circa, in crescita del 40% rispetto allo stesso periodo del 2020. La quota di ricavi ricorrenti si attesta a Euro 1,5 milioni circa, +47% rispetto a un anno prima ed è pari al 27,3% dei Ricavi dalle Vendite. In crescita del 16% anche la quota di ricavi verso clienti esteri.

Che anno è stato per Relatech il 2020?

Abbiamo ottenuto risultati molto positivi, che nascono dalla nostra strategia basata sulle 3M di Merge, Management e Margin. Nonostante il contesto difficile, abbiamo affrontato numerose sfide. Ad esempio, abbiamo portato a termine due acquisizioni importanti: Xonne e Mediatech, crescendo ulteriormente in ambito mobile, virtual & augmented reality, cloud e cybersecurity. I canoni ricorrenti sono cresciuti grazie ai continui investimenti in ricerca e alla nostra piattaforma digitale e cloud based RePlatform, che hanno portato, tra le altre cose, alla nascita di ReFab, soluzione di AIoT predictive maintenance per l’industry4.0, che ci ha permesso di entrare in nuovi segmenti di mercato, dove si trovano numerose imprese alle prese con la necessità di innovare il proprio business model. Infine, abbiamo investito sulla governance, con l’inserimento in azienda di nuove figure manageriali.

Quanto conta la crescita per linee esterne e quali i prossimi obiettivi?

Fa parte del nostro DNA, dalla nascita abbiamo già concluso 7 operazioni perché siamo certi che si tratti di una strategia capace di accelerare la crescita. Siamo già al lavoro su nuove target. Prediligiamo società capaci di sposare il nostro progetto industriale. Scegliamo realtà che si integrino con il nostro business model e che siano verticali sui 5 moduli tecnologici che compongono il nostro asset core RePlatform. Siamo alla ricerca di società con tecnologie verticali in ambito automazione industriale, IoT e performance management ma guardiamo con interesse anche a quelle attive in ambito cybersecurity.

Che valore hanno le partnership per Relatech?

Nel 2020 circa il 23% del nostro fatturato è destinato alle attività di ricerca e sviluppo che portiamo avanti attraverso un approccio basato sull’Open Innovation con la comunità scientifica, partner tecnologici e clienti.

Il nostro ecosistema è fatto di numerose collaborazioni, sia con le Università e centri di ricerca sia con big vendor internazionali. Ultima in ordine di tempo è la partnership tecnologica con RedHat, leader sulle tecnologie per le imprese di nuova generazione recentemente acquisita da IBM, già da tempo partner del Gruppo, insieme a ulteriori rilevanti realtà internazionali, quali Microsoft, Nutanix, Oracle, Cynet.

Quali sono i settori di riferimento per la crescita di Relatech?

La maggior parte dei comparti si stanno rimettendo in moto, fatta eccezione per quelli su cui la pandemia ha impattato di più, come i trasporti. Vediamo in crescita il comparto legato al commercio digitale, ma prevediamo sviluppi importanti anche per alcuni comparti tradizionali, come l’industriale. Qui si aprono occasioni interessanti, si tratta di un settore che ha capito di dover investire in nuove tecnologie e che sconta una forte arretratezza. Inoltre, il Recovery Fund prevede 5 direttrici per gli investimenti in nuove tecnologie. È un ulteriore driver importante per la nostra crescita.

Quali i prossimi passi per la strategia della 3M?

Si articola lungo sei linee guida che partono tutte da una costante: l’innovazione. Stiamo investendo in intelligenza artificiale, blockchain, cybersecurity. Le collaborazioni con le università ci consentono di anticipare la domanda e i business needs futuri. Ma sappiamo bene di dover scommettere anche sulle nostre factory e sulle risorse interne. Inoltre, faremo confluire gli investimenti nella scalabilità del business model, aumentando i ricavi ricorrenti di anno in anno. Guardiamo a nuovi ambiti, come l’agrifood e l’entertainment, con soluzioni verticali. Nei prossimi due anni, inoltre, puntiamo ad aumentare la presenza sui mercati esteri.