MILANO (PMInews.it) – JONIX annuncia i risultati dei test di non nocività condotti da primari centri di ricerca italiani ed europei nel periodo maggio 2021 – giugno 2022 con lo scopo di confermare che i propri dispositivi, anche in condizioni di sovradosaggio, non producono sostanze chimiche indesiderate e nocive né effetti negativi su cavie rappresentative, per tipologia e condizioni sperimentali, degli effetti su umani.

 

JONIX dal 2013 sperimenta e investe in certificazioni in un continuo sviluppo che a fronte delle evolute condizioni di mercato pone sempre nuove sfide e oggi l’asset certificativo della Società è un unicum fra i competitor del settore

 

Antonio Cecchi, Amministratore Delegato di JONIX, commenta: “A conferma dell’impegno post pandemia e in risposta alle esigenze provenienti dalle applicazioni in ambiti come trasporti pubblici, scuole e ospedali, proseguiamo il processo di certificazione della nostra tecnologia NTP dando evidenza scientifica sia degli effetti benefici che dell’assoluta sicurezza. In coerenza con la sostenibilità del nostro modello di business e il nostro impegno in qualità di società benefit, la rigorosità del nostro approccio ha la finalità di mettere in assoluta sicurezza privati, aziende e istituzioni che scelgono la nostra tecnologia per tutelare la salute negli ambienti indoor.”

Le tre sperimentazioni sono state effettuate in condizioni diverse e con modalità diverse presso il CEAM di Valencia (Spagna), presso il Galileo Research di Vecchiano (PI) e presso Archa S.r.l. con la supervisione del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa.

Galileo Research, centro di ricerca nato nel 2011 come spin-off della Divisione R&D di Abiogen Pharma specializzato in servizi di test, convalida e ricerca attraverso sperimentazioni autorizzate, e conformi alle normative vigenti, su cavie, ha condotto uno studio di tossicità dei dispositivi JONIX esponendo ratti maschi e femmine in locali di prova dove erano presenti da 1 a 3 dispositivi CUBE (in un caso dimensionati in modalità adeguata ai volumi dell’ambiente e in un altro in condizioni sovradimensionate) attivi 24h/24h. Lo studio ha dimostrato che non ci sono stati segni clinici, cambiamenti comportamentali e mortalità sulle cavie; lo sviluppo del peso corporeo e l’assunzione giornaliera di cibo/ratto erano simili in tutti e 3 i gruppi sperimentali; oftalmoscopia, osservazione focalizzata sulla respirazione e sull’attività oculare e neurologica, così come l’esame autoptico delle tiroidi, non hanno rivelato anomalie.

Il “Centro de Estudios Ambientales del Mediterráneo” (CEAM) è un centro di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica per il miglioramento dell’ambiente nell’area mediterranea. L’attività è incentrata sull’offerta di proposte complete per la gestione ambientale nel dominio dell’atmosfera, degli ecosistemi, delle attività umane e delle loro interazioni. Ciò richiede la partecipazione di team e strumenti multidisciplinari che comprendono esperti di meteorologia e clima, chimica dell’atmosfera e dinamica degli inquinanti atmosferici, simulazione numerica, strumenti analitici ad alta precisione per uso di laboratorio e sul campo, ciclo del carbonio, dinamica degli ecosistemi, ecologia del fuoco e ripristino forestale.

Il CEAM ha effettuato, nei laboratori di Valencia (Spagna), un esperimento mantenendo in funzione il dispositivo CUBE all’interno di una delle cupole di prova in dotazione al centro di ricerca ove è stata immessa un’atmosfera contaminata da sostanze chimiche simulando l’aria inquinata di un ufficio. I risultati ottenuti hanno evidenziato che non si osserva la produzione di specie chimiche nocive come sottoprodotti dei Composti Organici Volatili (COV) già presenti nell’ambiente; in particolare non si osserva la formazione di formaldeide la cui concentrazione, nella prova, non è aumentata rispetto alla quantità immessa volontariamente nell’ambiente.

Archa, con la supervisione del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, ha eseguito e certificato un esperimento mantenendo in funzione il dispositivo CUBE, impostato al livello di funzionamento adeguato, in un locale di 40 m3, chiuso e senza finestre né ricambi di aria, per verificare l’eventuale formazione di prodotti/sottoprodotti derivanti dall’azione del plasma freddo anche in relazione agli arredi presenti nel locale (sedute rivestite in similpelle, mobile di legno, tavolo in acciaio e vetro, portavaso in materiale plastico). Dopo 24h di funzionamento continuativo del CUBE all’interno della sala test, sono iniziati i campionamenti della qualità dell’aria, che si sono protratti fino a 24 h consecutive a seconda dei parametri determinati e del sistema di campionamento utilizzato. Sono state condotte le medesime indagini analitiche in un’altra sala test dove non era in funzione il dispositivo CUBE, in modo da evidenziare l’entità dei segnali di fondo per ciascun parametro, presenti nella stanza di prova. La composizione dell’aria nel locale di prova con e senza dispositivo CUBE in funzione è risultata equivalente e tutti gli analiti indagati sono risultati al di sotto dei valori limite/valori guida disponibili. In particolare non sono state rilevate anomalie negative sui seguenti analiti indagati: composti organici volatili (COV), formaldeide, ammoniaca, acido solfidrico, anidride solforosa, biossido di azoto, acido nitrico, acido formico.