MILANO (AIMnews.it) – L’ufficio studi di IR Top Consulting stima un impatto potenziale su AIM Italia pari a 231 milioni di Euro, sulla base di una previsione dell’impatto complessivo dei PIR, pari a 3 miliardi di Euro nel 2020. È quanto emerge dallo studio “PIR DI TERZA GENERAZIONE: STIMA DELL’IMPATTO SU AIM ITALIA PER IL 2020 ED EFFETTI NEL TRIENNIO 2020-2022” a seguito dell’introduzione per i Piani Individuali di Risparmio, costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2020, dell’obbligo di investire il 5% del 70% (ovvero il 3,5%) del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

“Sulla base delle analisi del nostro Osservatorio AIM – commenta Anna Lambiase, fondatore e CEO di IR Top Consulting – l’impatto potenziale dei nuovi PIR su AIM Italia è stimato in 231 milioni di Euro nel 2020, pari all’8% della previsione di impatto complessiva di 3 miliardi di Euro. La nostra stima si fonda su una metodologia di ponderazione che valuta variabili di mercato statiche e dinamiche in relazione all’universo investibile. L’ulteriore afflusso di liquidità derivante dai PIR di terza generazione potrebbe generare nell’arco del triennio 2020-2022 un triplice effetto positivo su AIM Italia, che rappresenta circa la metà dell’universo investibile relativo al 3,5% da allocare su titoli non MIB e non MID, oggi pari a 258 società quotate sui mercati regolamentati e MTF. AIM Italia potrà beneficiare in maniera importante delle nuove condizioni volte a indirizzare il risparmio privato nell’economia reale e in modo specifico verso le PMI che costituiscono le fondamenta del sistema industriale italiano. I nuovi PIR potrebbero generare nel triennio 2020-2022 tre effetti: anzitutto un incremento del numero di società quotate, grazie a una crescita pari al +30% medio annuo del numero di IPO. A questo si aggiungono l’incremento della raccolta media, pari al +69%, che stimiamo possa passare da 5,9 milioni di Euro nel 2019 a circa 10 milioni di Euro e un ampliamento del flottante medio in IPO, dal 24% al 30%. Le stime si fondano sulle nostre proiezioni derivanti sull’analisi storica effettuata sul mercato AIM Italia, in particolare nel biennio 2017-2018, periodo che ha beneficiato degli effetti dei PIR introdotti per la prima volta a fine 2016: la dimensione media della PMI quotata tra il 2017 e il 2018 è stata pari a 39 milioni di euro in termini di ricavi, segnando una crescita di circa 3 volte rispetto a 14 milioni di euro nel 2016, la raccolta media si è attestata a 9,8 milioni di euro (6,4 milioni di euro nel 2016) e il flottante medio in IPO è stato pari al 26% (15% nel 2016)”.