2016.01_Simone Rannucci Brandimarte_fotoMILANO (AIMnews.it) – Il 2016 di DigiTouch sarà impegnativo e ricco di novità. All’orizzonte potrebbe esserci infatti un’acquisizione, la prima all’estero che segnerà l’avvio del processo di internazionalizzazione del gruppo italiano attivo nel digital marketing. Inoltre si sta studiando il passaggio al mercato principale di Piazza Affari. Ne abbiamo parlato con Simone Ranucci Brandimarte, presidente di DigiTouch.

Presidente, ci parla della nuova acquisizione che avete in programma?
Come annunciato nel piano di IPO gli step successivi della strategia aziendale sono rivolti allo sviluppo internazionale. Le operazioni che abbiamo compiuto nel corso del 2015 erano strumentali alla crescita della massa critica in Italia e a un aumento del portafoglio prodotti che possiamo mettere a disposizione del cliente. Stiamo ora valutando una nuova acquisizione, che potrebbe concretizzarsi entro il primo semestre e mira a mettere un primo tassello all’estero.

Qualche dettaglio in più?
È un’operazione la cui valutazione è ancora in corso, però posso dire che non sarà né in Europa occidentale né negli Stati Uniti. Cerchiamo infatti mercati dove il digitale è ancora molto indietro e quindi la crescita è molto elevata, con percentuali non double digit ma triple digit. Questo ci permette da una parte di pagare meno l’acquisizione e dall’altra di partecipare pienamente alla crescita tumultuosa del mercato.

Come avverrà l’operazione?
Ripeto che l’operazione è ancora in fase di valutazione, tuttavia sinora tutte sono state pagate per cassa. Questo ci permette di mostrare i multipli cui acquistiamo e poterli confrontare con i nostri. Ritengo inoltre che in questo momento un’operazione fatta in azioni ci penalizzerebbe data la forte sottovalutazione dei nostri titoli anche alla luce della situazione di mercato contingente. Del resto la liquidità non ci manca.

E il passaggio all’Mta?
Ci stiamo ragionando e speriamo di portarlo a compimento entro l’anno.

Il primo semestre era andato molto bene, e il secondo?
In genere, storicamente, la seconda metà dell’anno vale sul bilancio circa il 60% dell’intero esercizio. Con un terzo trimestre a rilento causa pausa estiva e un quarto invece esplosivo. Credo che anche il 2015 non faccia eccezione e si attesti su dati in linea con il trend storico.

Nei mesi scorsi vi siete mossi sia nel settore dell’auto che dei mutui. Come stanno andando queste iniziative?
Molto bene. Abbiamo lanciato questi comparatori verticali che, lavorando con banche e case automobilistiche generano lead. Ma soprattutto sono comparatori indipendenti, dato che i nostri contratti sono contemporaneamente con molteplici controparti, sia tra gli istituti di credito che tra le case automobilistiche. Inoltre puntiamo ad ampliare la nostra presenza.

In quali settori?
Nel comparto finanziario sul lato delle assicurazioni e del credito al consumo, nel settore automotive dove vogliamo rivolgerci anche alle concessionarie e in prospettiva arrivare anche alla vendita dell’usato. Senza contare che stiamo assistendo anche a una progressiva disintermediazione anche in questo settore: nel 2015 negli Usa il numero di vendite di auto nuove al di fuori delle concessionarie è aumentato del 72%. Infine un ulteriore settore nel quale vogliamo investire creando un portale vertical comparatore, è quello delle utilities.

Torniamo al vostro core business, il digital marketing. Come vedete il settore?
Il tempo delle sperimentazioni è finito, ora chi presidia il comparto sa cosa deve offrire ai clienti. Da parte nostra stiamo lavorando alla selezione dei nuovi clienti in base a dimensione e marginalità aziendale, ma anche ai servizi che ci vengono richiesti e che possiamo offrire. Il digitale non è più ormai solo una vetrina o una faccenda di marketing, ma un vero e proprio canale di vendita.

E il profiling sul mobile?
In questo siamo dei precursori. Non si dimentichi che l’Italia nel campo della telefonia cellulare è sempre stata molto avanti rispetto a tutti gli altri. La nostra tecnologia Audiens sarà utilizzata da tutti gli operatori: chi farà campagne marketing vorrà segmentarle per fasce di clienti e noi siamo gli unici, insieme a Facebook, che già possiamo farlo. Sul web ci sono i cookies, ma sul mobile non c’è nulla che possa qualificare la customer base come Audiens, con un elevatissimo grado di precisione e di dettaglio. Abbiamo la piattaforma di gestione dati di customer audience più attendibile che esista oggi sul mobile, in quanto basata sui dati certificati dalle Telco.