Portare crescita e innovazione tecnologica ai clienti e agli investitori nel mondo. È la mission di una società, nata come piccola digital agency italiana, e oggi player internazionale di riferimento per il settore del marketing digitale. Da MailUp Group a Growens, per rispecchiare la nuova anima della società quotata su AIM Italia, che si articola in 5 business unit e dialoga con target diversi in tutto il mondo. Una realtà produttiva che ha saputo far fronte alle difficoltà della pandemia, chiudendo il 2020 con ricavi consolidati a € 65,2 milioni (+7% rispetto al 31 dicembre 2019) ed EBITDA consolidato pari a € 5,1 milioni (+6% rispetto al 31 dicembre 2019).

Che 2020 è stato per MailUp Group?

Non è stato un anno semplice, ma come molte aziende del settore tech siamo riusciti a mantenere un buon passo di crescita e marginalità. I mercati esteri sono cresciuti più dell’Italia, con una performance del +20%, mentre sul territorio nazionale siamo rimasti stabili, con un calo dei volumi relativo agli SMS. Il comportamento, in realtà, è stato molto diverso a seconda della business unit di riferimento. In particolare, abbiamo registrato cicli di vendita più lunghi e un forte rallentamento degli investimenti da parte dei grandi clienti, mentre le business unit che si rivolgono alle PMI non hanno accusato effetti particolari.

La business unit più innovativa, Datatrics, ha subito un impatto più forte nel periodo del lockdown. Gran parte dei suoi clienti si focalizza su settori fortemente coinvolti dalla pandemia, come il Travel e l’Hospitality. In Italia, invece, con MailUp (la business unit storica), l’offerta verso PMI è andata meglio rispetto a quella verso i clienti più grandi, attivi in ambiti che spaziano dagli eventi al fashion e al retail, senza contare Travel e Hospitality.

Nel Q3 del 2020 c’è stata una ripresa di tutte le attività, seguita però dai lockdown della seconda ondata, con strascichi sul primo trimestre 2021.

Perché il cambio di ragione sociale?

Riflette la trasformazione che ha avuto il gruppo nel corso degli anni. Siamo nati come digital agency, poi siamo diventati società di prodotto con MailUp. Dal 2014 siamo una società quotata, poi diventata Gruppo, con l’acquisizione di 5 società nel mondo, dagli Stati Uniti, al Nord America fino all’America Latina e al Nord Europa.

MaiUp, con il suo chiaro riferimento al mondo email, ormai è una parola che non rappresenta più la nostra reale identità. C’è un disallineamento tra nome e identità, che può generare confusione tra gli investitori, soprattutto all’estero dove MailUp è poco nota.

Inoltre, Growens riflette anche i nostri obiettivi: essere agenti attivi della crescita dei nostri clienti. Ci proponiamo di dotarli di strumenti adatti a trainare il loro sviluppo.

Quali i pilastri della strategia di crescita di MailUp Group?

Le direzioni di crescita sono interne ed esterne. Sul primo fronte, puntiamo sulle divisioni SaaS più innovative, con il proposito di accrescere la quota di ricavi ricorrenti e investire sulla parte software.

Abbiamo una buona posizione di cassa che favorisce la crescita per linee esterne, con la possibilità di acquisire nuove target. Due le tipologie di interesse: cerchiamo nuove tecnologie da integrare alla nostra offerta, guardando alle business unit Bee e Datatrics; la seconda tipologia riguarda competitor o aziende simili alla nostra che ci consentano di consolidare la nostra presenza nel mercato di riferimento o ci permettano di entrare in mercati nuovi. In entrambe le categorie, però, non guardiamo a startup ma a realtà consolidate, con almeno 4-5 milioni di ricavi e flussi di cassa positivi.

Quali le previsioni per il 2021?

La crisi ha accelerato la trasformazione digitale anche delle PMI, che si sono spesso ritrovate per la prima volta ad avere a che fare con il marketing online. Puntiamo ad abbassare l’entry level per rendere più accessibili le nostre tecnologie di intelligenza artificiale anche a clienti più piccoli.  È il caso dei servizi offerti da Datatrics, che conta circa 300 clienti di piccole e medie dimensioni che hanno investito nell’e-commerce e nel digitale. In Italia, registriamo circa 70 clienti di questo tipo.