MILANO (AIMnews.it) – Expert System, a poche settimane dal lancio del Clinical Research Navigator (CRN) a supporto della ricerca sul COVID-19, ha analizzato circa 620.000 studi clinici pubblicati in tutto il mondo, compresi più di 1.700 studi focalizzati sul Coronavirus. Sono gli antimalarici, come l’idrossiclorochina, i farmaci su cui si è finora concentrato il numero maggiore di studi clinici condotti per elaborare risposte concrete al Covid-19, pari al 20% del totale.

Seguono gli antivirali (13% degli studi), fra cui il farmaco più noto è il Remdesivir.  Quindi, gli  agenti antineoplastici e immunomodulatori, con il 10% di studi attualmente attivi, gli antibiotici (7%), i farmaci con corticosteroidi (6%) e, infine, anticoagulanti e antiaggreganti, che rappresentano il 4% degli studi. Il 3% degli studi è inoltre dedicato all’analisi del plasma di coloro che sono guariti dal virus con l’obiettivo di verificare gli effetti del trasferimento di anticorpi in soggetti contagiati.

A livello geografico, il maggior numero di studi è stato finora condotto negli Stati Uniti (19%, con più di 300 studi), seguiti da Francia (16%), Spagna (9%), UK e Cina (6%).

Per quanto riguarda l’Italia, i cui studi rappresentano attualmente circa il 5% del totale, emergono quelli condotti dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences, dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma e dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Trenta gli studi clinici attivi riconducibili alle ricerche relative alla scoperta del vaccino: concentrati prevalentemente nel Regno Unito, in Cina e negli Stati Uniti.

“Nell’attuale contesto della pandemia, lo scenario clinico sta cambiando molto rapidamente. È quindi fondamentale disporre di un quadro globale delle sperimentazioni in corso per supportare le attività di approfondimento e ricerca degli esperti”, ha dichiarato Walt Mayo, Expert System Group CEO.  “La maggior parte delle ricerche è stata registrata fra marzo e aprile e, nelle ultime settimane, è cresciuto in modo esponenziale il numero degli studi clinici. Ma di là dai numeri, il messaggio che emerge dai dati attualmente a disposizione sulla nostra piattaforma è chiaro: “salvare vite”. La ricerca di una cura efficace nell’immediato sembra prevalere rispetto a quella nei confronti del vaccino. Darebbe, infatti, ai governanti di tutto il mondo la certezza di salvare la vita dei propri cittadini e maggior tranquillità nell’allentare il lockdown che sta compromettendo l’economia a livello globale.”