MILANO (PMInews.it) – Al 31 dicembre 2021 Euronext Growth Paris registra 244 emittenti per una capitalizzazione complessiva pari a 21,1 miliari di euro; alla medesima data, EGM registra 174 emittenti per una capitalizzazione complessiva pari a 11,5 miliardi di euro. Guardando alla capitalizzazione di mercato di Euronext Growth Paris e raffrontandola a quella degli emittenti EGM emergono: una sostanziale equivalenza nella fascia di capitalizzazione inferiore a 20 milioni di euro (35% e 37%); una maggior presenza fra 20 e 30 milioni di euro (16% e 10%); una minore presenza nelle due fasce fra 30 e 100 milioni; un’analoga concentrazione di emittenti fra 100 e 250 milioni (16%); una presenza più che quadrupla per gli emittenti con capitalizzazione superiore a 250 milioni di euro (9% e 2%), dato da leggere alla luce dei frequenti passaggi da Euronext a Euronext Growth Paris.

Nel quadriennio 2018-2021 Euronext Growth Paris ha registrato 45 IPO per una raccolta complessiva pari a 758 milioni di euro; la raccolta media è compresa fra un minimo di 14 e un massimo di 19 milioni di euro. EGM ha registrato nel medesimo periodo 122 IPO, per una raccolta complessiva pari a 2.511 milioni di euro; escludendo le SPAC si registrano 112 IPO per una raccolta complessiva pari a 966 milioni di euro. La raccolta media è compresa fra un minimo di 6 e un massimo di 12 milioni di euro.

Dal punto di vista dei ricavi ottenuti dagli emittenti Euronext Growth Paris nel corso del 2020, si notano alcuni scostamenti non trascurabili rispetto a quelli dei propri omologhi italiani, riconducibili alla diversa conformazione del mercato e alle diverse tipologie di società. Emerge una maggior polarizzazione all’interno della trading venue parigina: essa accoglie un elevato numero di società con ricavi inferiori a 5 milioni di euro (il 25% del totale) e – per effetto della “migrazione in discesa” di società quotate sul mercato regolamentato francese verso il mercato di crescita per le PMI – un numero molto elevato di società di grandi dimensioni, ossia quelle con ricavi superiori a 100 milioni di euro (il 19% del totale).

A fronte di un’identica presenza di società con ricavi compresi fra 5 e 10 milioni di euro e fra 50 e 100 milioni di euro, si ravvisa un forte scostamento nelle fasce centrali, in senso opposto a quello sopra indicato relativamente alle fasce “estreme”. Infatti: soltanto il 31% degli emittenti Euronext Growth Paris ha ricavi compresi fra 10 e 50 milioni (11% fra 10 e 20 milioni; 20% fra 20 e 50 milioni); di contro, il 55% degli emittenti Euronext Growth Milan ha ricavi compresi fra 10 e 50 milioni (26% fra 10 e 20 milioni; 29% fra 20 e 50 milioni).

Diversamente da quanto avviene in Italia, il panorama in Francia si caratterizza per una mobilità bidirezionale fra mercati regolamentati e mercati di crescita per le PMI, per effetto della quale gli emittenti migrano dagli uni agli altri in entrambe le direzioni: da un mercato regolamentato a una sede di negoziazione “alternativa”, e viceversa. In Italia, la mobilità “in salita” si verifica con una certa frequenza (22 translisting da EGM al mercato EXM/STAR nel periodo 2013-2021). Pur considerando l’applicazione di regole più rigorose, la maggior liquidità del mercato e la capacità di attrarre ulteriori investitori rendono tale percorso tuttora piuttosto conveniente. Per la Francia, analizzando i dati pubblicati da Euronext emergono i seguenti fenomeni: si registra uno scarso interesse delle società a spostarsi “in salita” verso mercati soggetti a un grado di regolazione maggiormente stringente e ad oneri di compliance incrementati, con 1 solo passaggio da Euronext Growth Paris a Euronext, 5 da Euronext Growth Access a Euronext Growth Paris e 1 da Euronext Growth Access a Euronext Growth Access+; sussiste, di contro, un notevole interesse a spostarsi “in discesa” verso mercati “alternativi” caratterizzati da maggiore flessibilità e minori costi di compliance, con ben 35 passaggi da Euronext a Euronext Growth Paris.

Nel biennio 2020-2021, a seguito dell’iniziale momento di incertezza dovuto allo scatenarsi della crisi sanitaria, l’indice FTSE Italia Growth segna una costante performance positiva, decisamente marcata a partire dalla fine del 2020, frutto anche della ripresa economica nazionale e della fiducia degli investitori, anche esteri, per la resilienza e la capacità di crescita del tessuto imprenditoriale nazionale. In Francia, l’indice Euronext Growth All-Shares, basato su un paniere generale che comprende tutti gli emittenti growth delle sedi di negoziazione afferenti al Gruppo Euronext, non ha registrato una crescita comparabile con quella del proprio omologo italiano, evidenziando una battuta d’arresto nel 2021 dopo l’analoga ripresa nella seconda metà del 2020.

I requisiti regolamentari in materia di flottante minimo non sono omogenei fra il mercato “alternativo” italiano e quello francese, in quanto il primo si basa su una soglia percentuale riferita al capitale sociale e su un numero minimo di investitori non-retail (10% del capitale e almeno 5 investitori istituzionali), il secondo, invece, su una soglia quantitativa espressa in valore assoluto (2,5 milioni di euro). L’approccio d’oltralpe trova fondamento nella diversa dimensione degli emittenti, nella conformazione dei loro assetti proprietari e nella maggior liquidità del mercato. Euronext Growth Paris si afferma in particolare come una trading venue maggiormente matura rispetto ad Euronext Growth Milan in termini di effettiva “apertura” dei propri emittenti all’investimento del pubblico indistinto: il 33% degli emittenti francesi presenta un flottante superiore al 50%, rispetto al 5% degli emittenti italiani.