MILANO (AIMnews.it) – Almeno il 21% del valore complessivo degli investimenti del Pir deve essere investito in strumenti finanziari emessi da società italiane ed estere (Ue e See) con stabile organizzazione in Italia diverse da quelle rilevanti ai fini del Ftse Mib o di altri indici equivalenti. Sono le regole di composizione del portafoglio Pir. Al 31 maggio l’universo investibile dei Pir in Italia – relativamente al 21% del valore complessivo dell’investimento – è formato da 274 titoli che rappresentano una capitalizzazione complessiva di Euro 127 miliardi. E’ possibile investire in 63 mid cap per una capitalizzazione complessiva di 104 miliardi, e 211 small cap per una capitalizzazione di 23 miliardi. Di queste ultime, il mercato Aim Italia è costituito da 78 società, pari al 37% dell’universo investibile e al 18% in termini di capitalizzazione.
Gli effetti sono già evidenti sugli indici azionari italiani: nei primi cinque mesi dell’anno, dopo l’introduzione dei Pir, il Ftse Italia Mid Cap è in rialzo del 25%, il Ftse Star del 30%, il Ftse Italia Small Cap del 27% e il Ftse Aim Italia del 23 per cento. A livello di singoli titoli, è da rilevare come il 76% delle società Aim Italia abbia registrato una performance positiva pari in media al +63 per cento. Anche a livello di controvalore scambiato gli effetti dei Pir sull’Aim sono stati importanti: in cinque mesi è stato infatti pari a 84.371, il 257% in più rispetto a 23.611 dell’intero 2016.