Gabriele Bonfiglioli a.d.Quotata a dicembre 2014 a 2,5 euro per azione, Modelleria Brambilla, ai primi di luglio, ha segnato il massimo storico a 6,36 euro. Una tra le migliori performance dell’Aim Italia. Ne abbiamo parlato con Gabriele Bonfiglioli, amministratore delegato e azionista con l’8,4% del capitale dell’azienda di Correggio che realizza componentistica di precisione per la produzione di parti di veicoli a motore (teste, cilindri, basamenti motore, scatole cambio, collettori e altri getti complessi).

Dottor Bonfiglioli, soddisfatti della quotazione e dell’andamento del titolo?
Assolutamente sì. La nostra forza è quella di essere un’azienda vecchio stile, tradizionalmente solida e apprezzata dal mercato. Il resto è venuto di conseguenza. La decisione di quotarci in Borsa è dovuta alla volontà di rafforzarci e soprattutto di sostenere la crescita della società.

Come vedete dall’interno il mercato dell’automotive?
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il settore è ai massimi storici. È vero che in Europa la produzione e le vendite sono calate, ma nel resto del mondo, soprattutto nei Paesi emergenti, risultano aumentate molto. Tanto che, in termini di volumi, su scala globale il mercato rimane in forte crescita. Le ragioni di questo sviluppo sono essenzialmente due…

Quali?…
In primo luogo, alcuni Paesi non evidenziano crisi ma forte crescita, penso ad esempio a Germania, Messico e altri Paesi emergenti. Del resto, una peculiarità della nostra società è che l’80% del business è realizzato all’estero. Il secondo riguarda i volumi: è vero che in alcune aree sono stazionari, ma negli anni abbiamo assistito a una maggiore velocità in termini di aggiornamento e ricambio dei modelli e dei motori.

E voi avete clienti di elevato standing nel settore…
Sì, direi che abbiamo i più grandi costruttori in termini di volumi oltre a quelli premium: da Volkswagen a Ford, da GM a Chrysler, oltre a BMW e Ferrari.

Le vostre prospettive?
Nel 2014 abbiamo aumentato del 30% il valore della produzione e contiamo di crescere ancora, sia per linee interne che esterne. Anche grazie alla quotazione su AIM Italia: abbiamo in programma investimenti mirati, inoltre l’acquisizione del capannone adiacente con il raddoppio della superficie coperta ci permetterà di aumentare la capacità di produzione.

E poi c’è l’India…
In India abbiamo già una fonderia operativa da due anni, quindi precedente alla quotazione. Per quanto riguarda ‘Brambilla India Private’, joint venture paritetica con la società indiana Continental Engines (Baxi Group), che abbiamo avviato quest’anno, stiamo completando i lavori sulla parte immobiliare, entro l’anno saranno installati i macchinari e saremo operativi a partire dal 2016. E stiamo già effettuando training per il personale che vi lavorerà.

State già raccogliendo ordini?
Stiamo rilevando una forte attenzione da parte della clientela locale, anche se è ancora prematuro parlare di raccolta ordini. Senza contare che nella prima fase avremo comunque gli ordini dai nostri soci locali. I clienti presenti in Asia, oltre che quelli in India naturalmente, sono molto interessati, dato che la concorrenza presente in Cina ha problemi con il cambio euro/dollaro, con prospettive molto favorevoli per il nostro business.

Sono in vista altre operazioni di espansione internazionale?
Contiamo di rafforzarci ancora, ma per il momento non abbiamo in programma altre operazioni di questa portata. Siamo pur sempre una Pmi e quindi puntiamo maggiormente a consolidare la nostra presenza e rafforzare le competenze tecniche. Il settore Automotive non è molto “generoso”: necessita di prodotti fatti bene, nel minore tempo possibile e a costi competitivi. In ogni caso la futura espansione sarà comunque nei Paesi emergenti.

E dove sono i concorrenti?
Sono essenzialmente sei: due in Germania, due in Spagna, uno negli Stati Uniti e uno in Messico.

Niente in Cina?
Sì, ci sono, ma vengono utilizzati solo per fornire operazioni ripetitive, in cui la parte di competenza tecnica rimane limitata. Per il momento i cinesi sono ancora indietro nella parte di engineering.

Di recente i soci di maggioranza hanno ceduto azioni, portando così il flottante al 18,8%: sono in vista altre operazioni del genere?
L’operazione è servita per consentire l’ingresso nel capitale di alcuni investitori istituzionali, ed è stato anche un modo per ampliare l’azionariato, ma al momento non sono in previsione altre operazioni simili.