Pierluigi Bocchini a.d Clabo Diventa sempre più stretto il legame tra Strabucks e l’Italia. Non è solo la prossima apertura in Piazza Cordusio e le voci di una possibile tappa a Torino ad avvicinare queste due realtà, un ruolo di primo piano è svolto dalla recente collaborazione tra il marchio di caffè e ristorazione più noto al mondo e Clabo, società leader mondiale nel settore delle vetrine espositive professionali per gelaterie, pasticcerie, bar, caffetterie e hotel. L’accordo tra la società guidata da Pierluigi Bocchini e Starbucks Asia apre una porta sull’Oriente, il mercato che registra i tassi di crescita più elevati per il colosso USA del caffè. “La collaborazione con Starbucks Asia – spiega Bocchini – è frutto di 18 mesi di lavoro e chiude un semestre molto positivo per la nostra azienda”. Clabo ha sviluppato 4 modelli di vetrine con 2 varianti per ciascun modello per un totale di 8 versioni. La commercializzazione inizierà entro novembre e il valore dell’accordo dovrebbe aggirarsi attorno agli 1,5 milioni di dollari.

Presidente, come nasce l’accordo siglato con Starbucks Asia e quali opportunità offre per Clabo?

A generare l’interesse della società statunitense per i nostri prodotti è stato il design delle vetrine. È piaciuto molto e da qui ha preso vita un dialogo costante che nell’arco di un anno e mezzo ha portato all’accordo e a un prodotto che risponde in pieno alle richieste del cliente. In Asia, Starbucks conta 8 mila punti vendita, 3 mila solo in Cina (Paese che al momento non rientra nell’accordo). Qui si rileva il tasso più elevato di aperture, le due filiali – quella di Hong Kong e quella cinese – hanno grande autonomia. Si tratta di un cliente con performance di servizio e qualitative molto elevate, per noi rappresenta una grande soddisfazione: è il segno che la nostra strategia di avvicinare la produzione ai mercati di vendita mantenendo in Italia la progettazione sta dando i suoi frutti.

Starbucks arriva in Italia. Come sarà accolto e quali i margini di collaborazione?

Ci auguriamo che l’accordo con Starbucks Asia sia il primo passo verso una collaborazione crescente con la società statunitense. Si tratta di un marchio che va ben oltre la caffetteria e che ha in Mc Donald’s il suo principale concorrente. L’Italia è un mercato che fa gola ed è possibile immaginare che la proposta statunitense sarà, in qualche modo, ritagliata sulle tipicità italiane. Anni fa, nel corso di una riunione presso gli uffici di Starbucks, ho incontrato Howard Schultz che mi raccontò del ruolo fondamentale svolto dai caffè italiani nel successo della sua catena. L’idea del modello Starbucks, infatti, nacque proprio dopo una sua visita in Italia. Mi piace pensare che l’arrivo a Milano delle caffetterie più note al mondo sia per Schulz il modo di ricollegare il marchio alle sue origini proprio ora che si appresta a lasciarne la guida.

Ha anticipato un aumento dei ricavi nel primo semestre 2018 del 22% sul 2017 (a circa 31 mln di euro). Quali elementi hanno portato Clabo a questi risultati?

Il 70% dell’aumento dei ricavi è dato dalla recente acquisizione sul territorio statunitense, relativa alla società Howard McCray. Siamo una delle poche aziende che possono contare su una capacità produttiva articolata su tre continenti. La sede USA mese dopo mese fa registrare dati in crescita sul fronte della produzione. In Europa, invece, assistiamo a una crisi di fiducia che porta a un rallentamento delle attività. Non è solo l’Italia a soffrire, ma la maggior parte dei Paesi del Vecchio Continente, a eccezione della Germania. Il mercato asiatico, invece, soffre in parte della guerra dei dazi tra USA e Cina ma la crescita del Sud-Est asiatico è molto sostenuta.

Quali le aspettative per il II semestre?

Potranno essere ancora gli USA a trainare i nostri risultati anche se continuano a perdurare le incertezze sul futuro del Quantitative Easing.