Ilpra approvo un Bilancio 2022 brillante, con crescita a doppia cifra per ricavi e marginalità. I primi si attestano a Euro 48,7 milioni, +15,3% rispetto al 2021. La seconda si attesta a Euro11,2 milioni, +24,6% rispetto all’anno precedente. “La conferma della validità di una strategia basata sull’autonomia produttiva”, commenta Maurizio Bertocco, presidente e amministratore delegato di Ilpra. Importante anche l’impegno sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione, tutte leve che fanno oggi dell’azienda un player di primo piano a livello internazionale. Espressione della migliore manifattura made in Italy: macchine industriali come abiti su misura, modellati sulle esigenze dei singoli clienti.

Che anno è stato il 2022 dal punto di vista dei risultati finanziari?

Il 2022 è stato un anno molto positivo. La crescita è in linea con le nostre previsioni, anzi le supera, evidenziando la validità della scelta fatta qualche anno fa di verticalizzare l’azienda, producendo tutto internamente. Il vantaggio è quello di abbattere costi e tempi, superando le difficoltà legate alla presenza di intermediari. Si tratta di una trasformazione che abbiamo avviato prima della quotazione ma che abbiamo portato a compimento anche grazie alle risorse che ne sono derivate. Uno dei nostri limiti principali è sempre stato quello della capacità produttiva, perché facciamo macchine altamente personalizzate, siamo riusciti invece a inventare un sistema che ci permette di produrre su scala industriale, senza perdere il valore dei lavori su misura. Produciamo di continuo, immagazziniamo e poi personalizziamo in funzione delle esigenze del cliente singolo, che beneficia anche di un vantaggio economico. Nel 2022 c’è stata un’esplosione dei prezzi d’acquisti, grazie alle nostre nuove modalità produttive siamo riusciti a contenerne gli effetti, senza ribaltare sul mercato le conseguenze dei rincari. Inoltre, abbiamo portato avanti i nostri progetti legati alla sostenibilità, con l’ampliamento dell’impianto fotovoltaico Ilpra.

Ilpra è da sempre molto attenta al tema della sostenibilità. Quali le azioni messe in campo?

Abbiamo implementato il parco fotovoltaico e inserito auto elettriche in quello macchine. Il tutto con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, oggi siamo quasi a emissioni zero. Siamo autonomi nel periodo di bel tempo dal punto di vista energetico. Siamo sostenibili anche per il lavoro che stiamo facendo, produciamo macchine per il confezionamento capaci di migliorare e ampliare la durata di vita del prodotto, di tutelarne igiene ed evitarne il rischio di contaminazione. Confezioniamo utilizzando materiale plastico, la lunga discussione che ha visto la plastica protagonista dei dibattiti sull’inquinamento negli ultimi anni è servita a spingere il mercato a utilizzare plastiche nobili a beneficio dei consumatori e dell’ambiente. Un impegno che ci ha sempre visti in prima linea. Anche questo aspetto, quello che riguarda più da vicino la nostra attività produttiva, è parte integrante del nostro impegno sul fronte della sostenibilità.

Le acquisizioni vi hanno permesso di raggiungere autonomia produttiva? Quali i prossimi piani?

Per la prima volta, dopo tanti anni, abbiamo la possibilità di registrare una crescita a doppia cifra proprio grazie al processo che ci ha consentito di raggiungere autonomia produttiva. Investiremo solo sul personale mediamente qualificato, con maggiore serenità. Il packaging è un settore di eccellenza per l’Italia, che vanta una quota di mercato tra il 25 e il 26% a livello mondiale. Siamo bravi e molto apprezzati a livello internazionale, è questo lo scenario in cui ci muoviamo.

Anche senza le acquisizioni la nostra azienda ha ottenuto ottimi risultati, nel 2022 hanno inciso davvero poco. Diverso il discorso nei prossimi anni, quando saranno metabolizzate in modo adeguato. Continueremo a farne perché il nostro obiettivo è di fornire un pacchetto completo in ambito packaging alimentare, medicale e cosmetico.

Quali i mercati a cui guardare con maggior interesse?

Non tutti i mercati sono pronti a recepire le nostre proposte allo stesso tempo e questo rappresenta un vantaggio. Oggi siamo presenti in Paesi maturi, come il Vecchio Continente o il Nord America. Nonostante tutto ci sono ancora buoni margini di crescita su base annua, penso in particolare all’Inghilterra. Cresce, poi, l’attenzione verso realtà come il Medio Oriente. Abbiamo una filiale a Dubai per essere presenti sul territorio. Arriviamo dove c’è consumo di produzione alimentare, i Paesi più popolosi sono i più importanti. Sono convinto che lavoreremo molto in India, con le industrie alimentari. C’è anche una spinta governativa al confezionamento per rispondere a misure igieniche e ai dettami della sicurezza alimentare. Questo può essere replicato in molti altri mercati.

Quanto contano gli investimenti in ricerca e sviluppo?

Negli ultimi tre anni abbiamo investito 3,5 milioni di euro in questa direzione. Il nostro è un settore in continua evoluzione e per noi è fondamentale essere all’avanguardia. Migliorare i metodi di confezionamento permette, ad esempio, di eliminare il ricorso a conservanti, con numerosi effetti positivi. Il confezionamento ha rivoluzionato il consumo di alimenti e il concetto stesso di conservazione dei cibi.