Sicily by Car prosegue spedita la sua crescita in Europa, con aperture che si susseguono nei principali aeroporti delle città del Vecchio Continente. Ultima, solo in ordine di tempo, l’inaugurazione dell’ufficio di Palma di Maiorca. “Il programma di internazionalizzazione – commenta Tommaso Dragotto, presidente di Sicily by Car – rappresenta il fiore all’occhiello della strategia di crescita del nostro gruppo. Portare la Sicilia in Europa è un obiettivo ambizioso che mi riempie d’orgoglio”. Un legame con la propria terra di origine che si esprime anche nelle numerose iniziative sostenute dalla Fondazione Tommaso Dragotto e dalla recente partnership con il Palermo F.C..
La società ha chiuso il 2024 con un valore della produzione pari a 144,07 milioni di euro, in crescita del 5,7% rispetto al 2023 e ha approvato la distribuzione di un dividendo 2025 (relativo all’esercizio 2024) pari a 0,1 euro per azione.
Che anno è stato il 2024 per Sicily by Car?
Tutti gli anni sono importanti, il 2024 è stato un po’ sotto le aspettative ma abbiamo chiuso con un utile netto di circa 4 milioni di euro, che ci ha permesso anche di approvare la distribuzione di un dividendo. Non è stato un anno semplice per il settore, a causa dello scenario geopolitico internazionale. Possiamo essere soddisfatti dei risultati ottenuti, ricordando a noi stessi, però, di puntare sempre a obiettivi ambiziosi.
Quale il valore del dividendo?
È un segnale di solidità e un riconoscimento nei confronti degli investitori che hanno creduto in noi, nel nostro percorso di crescita. Se fossimo stati ancora al 100% di proprietà della mia famiglia, forse avremmo reinvestito tutto. Ma oggi abbiamo investitori che meritano di essere premiati. È un gesto di gratitudine, ma anche di impegno verso il futuro. Peraltro, il 2025 è già partito molto bene.
L’internazionalizzazione è diventata il fulcro della strategia di crescita di Sicily by Car?
Assolutamente. È il mio “diamante”, il mio orgoglio. Abbiamo aperto in Croazia, Portogallo, Malta, Albania e stiamo entrando in Spagna con nuovi uffici a Palma di Maiorca, e altri in fase di osservazione. Non è solo crescita: portiamo il nome “Sicily” in tutta Europa. È la prima volta che una realtà nata in Sicilia apre decine di sedi fuori dai confini italiani con questo spirito. È un’emozione grandissima.
Quali saranno i prossimi Paesi nel mirino?
Attualmente abbiamo 57 uffici in Italia, 10 in Croazia, 3 in Portogallo, 1 a Malta, 1 in Albania e 4 in Spagna. Ogni sede è un’estensione della nostra identità. Valutiamo con attenzione altre nazioni europee. Non apriamo per fare numero, ma per costruire qualcosa di solido. L’obiettivo è diventare un operatore riconoscibile in tutto il continente.
Parlando di identità, la sede è rimasta a Palermo, nonostante la quotazione in Borsa. Una scelta controcorrente?
Non direi. Palermo è la mia città, spostare la sede sarebbe stato come tradire me stesso. Mi sposto spesso per lavoro, soprattutto a Milano, ma il cuore resta qui. Le idee non hanno confini geografici.
Sicily by Car ha avviato una partnership con il Palermo F.C.. Una scelta di cuore?
Sì, ma anche di visione. Conosco i dirigenti, abbiamo condiviso un progetto che non riguarda solo una squadra, ma un sistema che vuole crescere. Il Palermo merita la Serie A, e se posso contribuire, lo faccio volentieri.
Oltre al business, la Fondazione Dragotto ha investito sul territorio. Qual è la missione?
La Fondazione nasce nel 2016 come naturale estensione del nostro impegno sul territorio. Abbiamo restaurato opere d’arte, sostenuto eventi culturali, ma mancava qualcosa di concreto e duraturo per il sociale. Così abbiamo deciso di creare un poliambulatorio per le malattie rare a Palermo, in un plesso abbandonato dell’ospedale Policlinico. Sarà dotato di macchinari diagnostici e affidato interamente alla città. È un progetto da 2,5-3 milioni di euro, di cui almeno 1,5 milioni coperti dalla Fondazione.
Il contesto geopolitico è ancora incerto. Come incide sul turismo?
Sorprendentemente, sempre meno. Le guerre, le tensioni globali non fermano il desiderio di vacanza. Nel 2024 la media era di 6 giorni, oggi siamo a circa 7,5. Il turismo non si ferma. Però, in Italia potremmo fare molto di più. Solo Palma di Maiorca fa 38 milioni di presenze annue, contro i 65 dell’intera Italia.