Il primo bilancio da quotata di Confinvest segna una forte crescita di ricavi e marginalità. I primi si attestano a 27,3 milioni di euro (+85 per cento). Crescita a tre cifre, invece, per primo margine (1,76 mln euro, +110%) ed Ebitda (0,82 mln euro, +156 per cento). “Questi dati – commenta Giacomo Andreoli, Amministratore Delegato di CONFINVEST – non tengono ancora conto delle opportunità di crescita legate alla piena operatività di Conto Lingotto, la nostra soluzione fintech. Il percorso di crescita è solo all’inizio”.
Che anno è stato il 2019 per Confinvest?
L’incremento dei ricavi dell’85% è figlio del piano industriale varato nel 2017 e basato su un approccio multicanale e sulla diversificazione dei servizi, dalla custodia ai piani di accumulo. Abbiamo avviato un rapporto più stretto con gli istituti di credito. Il nostro business è scalabile, oltre gli investimenti legati allo sviluppo di Conto Lingotto non ne registra altri particolari. I risultati incoraggianti ci spingono a portare avanti la politica dei dividendi, uno sguardo al futuro e un segnale di fiducia per gli investitori. Mi preme sottolineare che questi risultati non beneficiano ancora dell’apporto di Conto Lingotto, che sarà pienamente operativo entro la fine dell’anno. Anche la performance della Posizione Finanziaria Netta è positiva, a 0,92 milioni di euro. I costi fissi sono bassi. Inoltre, la nostra società si caratterizza per una capacità di resilienza forte in questa fase complessa che ci permette di superare le difficoltà del momento senza scossoni.
A che punto è lo sviluppo di Conto Lingotto?
Siamo alle fasi finali. È possibile affermare che abbiamo superato il 95% della fase di sviluppo, entrando in quella Alfa. Si tratta di una soluzione che si propone di essere una opzione smart, facile e sicura per gli investimenti in oro fisico. L’infrastruttura open, basata su API, ci permette di offrire questa soluzione anche alle banche, ampliando i loro servizi con una soluzione strategica. Il target è ampio, abbraccia potenzialmente chiunque abbia liquidità. Può essere proposto in modalità app ai più giovani, fino ad arrivare ai modelli cartacei per gli investitori tra i 65 e i 70 anni. In ogni modo, la fascia d’età per cui abbiamo immaginato questa soluzione fintech è compresa tra i 30 e i 65 anni.
Cosa è cambiato con la quotazione per Confinvest
La quotazione ci ha permesso di beneficiare di maggiore fiducia da parte dei nostri principali stakeholder, di maggiore credibilità. Nel secondo semestre del 2019, dopo l’IPO, abbiamo registrato una crescita molto importante, con un trend che si conferma nei primi mesi del 2020.
Quanto pesa la diffusione della pandemia di Coronavirus sul business della società?
È un tema con cui tutti dobbiamo fare i conti ma per fortuna il nostro business model flessibile ci consente di continuare a lavorare. Il digitale è il nostro mantra in questo momento. La maggior parte dei nostri competitor non riesce ad adattare le proprie attività al particolare momento che affrontiamo. Offrire la possibilità di continuare a investire in oro, bene rifugio, è fondamentale.
Il 2019 segna anche l’inizio del processo di internazionalizzazione. A quali mercati guardate?
Il 2020 sarà l’anno in cui ci dedicheremo a crescere sul mercato italiano, consolidando il percorso fatto fino ad oggi. Il processo di internazionalizzazione guarda ai fornitori, strategia che ci consente di essere maggiormente protetti sul fronte della supply chain.